PescaSubacquea.net › Forum › La community del pescatore subacqueo › Aula Magna › POLINESIA(preda o predatore?) Un altro racconto di mare
- Questo topic ha 16 risposte, 7 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 11 anni, 9 mesi fa da MAURO650CS.
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11 Gennaio 2013 alle 22:51 #11774MAURO650CSPartecipante
Visto che vi è piacuto il primo racconto ve ne propongo un altro.. 😀
-Papau, qual’è il pesce più grande che hai pescato?-
-The doctor fish. A very huge fish.-
Poi tenta di mimarmi con le mani la grandezza della sua straordinaria cattura.
Tira una boccata al sigaro che gli ho offerto e si allunga sulla rete elastica del catamarano con un sorriso furbo. Mi sta fregando, lo so, ma sorrido complice. Dopo diversi giorni che cerco di comunicare con lui, adesso che finalmente ha deciso di parlarmi un po’ di lui e di come pesca, non voglio certo farlo indispettire.
-Con che fucili peschi?-
-Arbalete. I have two speargun, one 110 and one 130-
Prima di fare un’altra domanda sorrido, pensando a quanto sia strano il nostro modo di comunicare. Io gli parlo in italiano, lui mi risponde in inglese. Papau è un ragazzo sveglio. Lavora da diversi anni per una compagnia locale che organizza delle crociere in catamarano per i turisti che, come me e mia moglie, vogliono andare alla scoperta degli atolli più belli e selvaggi della Polinesia. E’ un tuttofare, si arrangia a fare qualsiasi cosa, dal cucinare al riassettare le cabine, dallo sturare i cessi ad ammainare le vele. Il continuo via vai di persone proveniente da qualsiasi parte del mondo gli ha permesso di imparare diverse lingue. -I undersand italian, but i don’t speak- mi dice, ed è vero. Capisce alla perfezione tutto ciò che gli dico, lasciandomi imbarazzare, quando io, invece non riesco a comprendere il suo inglese perfetto. -Maledetto inglese- penso e sorrido, facendo finta di aver capito tutto quello che mi ha detto.
-Dove siamo ora è un buon posto per pescare?-
-Exellent. But…-
-Ma? Cosa?-
-The local fisherman don’t want others fishing in their water-
Sono gelosi dei loro posti, dei loro pesci, ed hanno ragione. Qui sembra davvero che il tempo si sia fermato. Non c’è traccia di tecnologia, né di diavolerie elettroniche. Questi uomini vivono di pesca e niente più e difendono il loro mare come meglio possono, lo difendono come fosse la loro casa, come fosse la cosa più preziosa. Qui tutto ruota intorno ad esso e l’uomo non è che un umile servo della natura.
-Qual’è il posto più bello dove hai pescato?- mi guarda e riflette.
-Here is beautiful everywhere- Arrossisco.
Che domanda idiota. Certo che è bello ovunque, diavolo, sono in Polinesia, sfido a trovare dei fondali più belli di quelli che mi stanno sotto.
Continua a boccheggiare il suo sigaro, anzi il mio, poi si ammutolisce. Non ha tanta voglia di parlare. Papau è così, ama la tranquillità  , la sua semplice vita, ama quel mare cristallino ed azzurro come il cielo, ama la sua isola, ama la sua donna, la sua famiglia, ama quella barca ed ama starsene sulla rete a dormire senza pensare a nient’altro che vivere. Lo fisso e lo invidio, non tanto forse per il posto in cui vive, ma per la leggerezza e la semplicità  con cui trascorre le sue giornate. Sembra non mancargli nulla, eppure io le ho viste le capanne dove abita quando non è imbarcato. Non ha niente di più di uno stereo e qualche vestito in stile rapper americano. Lo lascio stare, tanto lo so che non mi dirà  più nulla ed io non so nemmeno più cosa chiedergli. Vorrei sapere tutto sulla pesca in polinesia, sui pesci, sulle tecniche, ma forse è meglio così, mi dico. Meglio non stimolare troppo la curiosità  o rischio di ripartire per l’Italia con il grande rimpianto di non aver potuto pescare in quel mare meraviglioso e pieno di vita. Mi alzo, sospirando e ripetendo a me stesso la promessa che mi ero fatto prima di partire: -Non mi farò venire voglia di pescare!-. D’altronde è bello anche solo scendere per osservare, ammirando quella moltitudine di colori e vita. Essere avvolti dal silenzioso frastuono del mare e godere di quei momenti come un dono prezioso. Pur volendo pescare, non potrei farlo. Ho con me la muta e tutto l’occorrente per lo snorkeling,ma non ho i fucili. Un po’ perché non avrei saputo come trasportarli in aereo, un po’ perché sono in luna di miele e non mi sembrava un’idea molto carina lasciare mia moglie per andare a pescare. Con la testa che mi frulla strane idee torno sotto coperta e mi fermo a parlare con il capitano, David. David è un francese che ha lasciato la sua terra con un piccolo catamarano e si è girato mezzo mondo fino a fermarsi in Polinesia per lavorare come comandante su queste imbarcazioni da crociera.
-What about tonight we stopped to have dinner at the fishing village?- mi chiede lui con serietà  .
Il bello di queste crociere è che non hanno orari e tappe prefissate, ma tutto può essere deciso al momento.
-Why not?-
-I will talk about it with others. If they agree tonight we moor at the village-
Sarebbe una bel fuoriprogramma. Potremmo assaggiare la cucina locale, quella vera e genuina degli autoctoni e non quella, seppur ottima, ma più complessa ed elaborata degli alberghi dove eravamo stati fin ora. Gli altri sono dello stesso avviso. E’ fatta, se anche i pescatori saranno d’accordo ceneremo come dei veri polinesiani.
Subito dopo il pranzo puntiamo verso il villaggio. Siamo nel bel mezzo della laguna dell’atollo di Tikehau ed arrivare da loro, con il vento che ci soffia a favore è un gioco da ragazzi. Alle tre del pomeriggio David ancora e scende per accordarsi per la sera. Papau scende insieme a lui. Una coppia che è imbarcata insieme a noi mi spiega che essendo Papau polinesiano, ha più probabilità  di raggiungere un buon accordo con i pescatori del posto, notoriamente molto gelosi dei loro territori. Li vedo discutere animatamente, Papau gesticola nervosamente e comincio seriamente a pensare che non se ne farà  più niente. Dopo diversi minuti di tira e molla, finalmente i due tornano a bordo e ci comunicano che hanno raggiunto un accordo. I pescatori ci hanno permesso di ancorarci, di fare snorkeling nelle acque antistanti il villaggio e di cenare con loro.
Eccitati ci prepariamo per scendere in acqua. Papau ci accompagnerà  con il gommoncino di servizio su uno spot ricco di pesci dove potremo ammirare tantissime varietà  di carangi, razze, pesci pappagallo e così via.
Sul catamarano siamo quattro coppie e così Papau è costretto a fare due viaggi per portarci tutti sul posto. Io, neanche a dirlo, sono nel primo gruppo. Il gommone percorre circa un miglio per fermarsi infine all’imboccatura dell’atollo. Proprio nel punto dove finisce la laguna ed inizia l’oceano. Non mi sembra un’idea molto saggia. A pochi metri da noi l’oceano è così immenso e nervoso da fare paura. Papau però è molto sicuro di quello che fa. Ci da le spiegazioni di rito e poi mi prima di ripartire per prendere il resto del gruppo mi chiama in disparte.
-Do you want to fish?-
-Stai scherzando?-
-The fisherman say that we can!- mi strizza l’occhio. E’ serio.
-Sbrigati a tornare Papau!-
Riparte sparato verso la barca. Io sono talmente tanto emozionato che mi scordo perfino come ventilarmi. Faccio qualche tuffo di riscaldamento insieme ad Erika, mia moglie. Lei mi guarda e ride. -Hai l’espressione di un bambino-.
Sì è così, al diavolo le promesse, al diavolo lo snorkeling, ho l’occasione di pescare in Polinesia e non voglio lasciarmela sfuggire.
Studio il fondale. Il fondo è tra i dieci ed i venti metri. L’acqua è limpida come un cristallo e c’è parecchia corrente, dovuta sicuramente al fatto che a pochi metri da noi c’è un abisso blu, difficile perfino da immaginare. Ci sono pesci di ogni tipo e colore, da quelli minuscoli ai grandi carangidi. Vediamo sfilare una razza, che curiosa si avvicina a noi senza il minimo timore. Poi finalmente torna Papau con i fucili. Lui tiene il suo 130, a me lascia il 110. Sono entrambe due fucili molto spartani, con una sola coppia di elastici paralleli ormai prossimi al pensionamento. Non potrà  permettersi altro, penso, e mi accontento di quello che mi ha offerto cosciente di non poter pretende chissà  cosa da quel fucile. Sento il cuore in gola, sono così emozionato che i miei tempi di apnea non superano i quaranta secondi. Ogni tanto incrocio Papau con lo sguardo. Mi sorveglia e mi sento già  molto più sicuro. Provo a sparare ad un tonnetto che si è avvicinato alla punta del fucile durante la discesa. E’ così diverso quel mare limpido rispetto al torbido dell’adriatico che non è facile riuscire a capire l’esatta distanza tra me ed il pesce. Lo manco, di parecchio. L’asta si ferma a metà  strada. Durante un veloce aspetto su una guglia a quindici metri di profondità  vedo arrivare prepotente un enorme carangide. E’ un caranx ignobilis, lo riconosco subito dalla forma del muso e dalla livrea grigia. Posso vedergli l’occhio enorme puntarmi senza timore. Miro con tranquillità  alla testa e premo il grilletto. Il pesce scoda con un furia incredibile e mi lascia di stucco quando vedo che l’asta non è arrivata per un pelo alla sua enorme testa.
E’ passata mezz’ora e non mi demoralizzo. Mi ventilo per bene, cerco di tranquillizzarmi e finalmente mi immergo di nuovo.
Mentre pinneggio con dolcezza, sotto di me, ecco apparire una sagoma mastodontica. Mi basta una frazione di secondo per capire che si tratta di uno squalo. Mi arresto. E’ uno squalo limone, non più lungo di tre metri. L’asta del fucile punta dritto il suo cervello. E’ a poco più di un metro da me.
Si muove lento, elegante in tutto il suo splendore. Lo seguo pinneggiando ora orizzontalmente.
Mai in vita mia ho visto creatura più bella. Sono rapito ed affascinato dalla sua maestosità  . Sono certo che ha avvertito la mia presenza, ma sembra non curarsi minimamente di me, anche se ho un fucile puntato proprio sopra la sua testa. Forse sa che non mi sognerei mai di sparare, forse sa che anche se lo facessi chi dei due avrà  la meglio non sarei certo io, forse sa che in quell’ambiente, in quel momento è lui a dettare le regole del gioco ed io non posso che assecondarlo. Lo ammiro con il cuore che mi batte in gola. Avanziamo insieme, a pochi centimetri l’uno dall’altro, verso l’uscita della laguna. Poi senza alcun motivo apparente si gira di scatto e per un istante, una frazione di secondo i suoi occhi incrociano i miei. Un abisso nero mi scruta dentro con un’intensità  da far paura. Capisco in un istante cosa si prova ad essere dall’altra parte del fucile, ad essere io, per una volta, la preda e non più il predatore. Dovrei risalire, forse. Urlare, dimenarmi, -Uno squalo! Uno squalo, c’è uno squalo!- ma non lo farò perché per quanto potrei essere realmente in pericolo non riesco a non pensare che è tutto così incredibilmente perfetto. Non mi sento più l’ultimo anello della catena alimentare, ma parte dell’infinito mare, con le sue regole, che non sono quelle che ho scelto io, ma quello che sceglierà  lui per me. Con pochi colpi di coda si allontana alla mia vista. Cerco di seguirlo con lo sguardo, ma lo perdo inevitabilmente come si perde un sogno la mattina.
Mi ventilo di nuovo, scendo. Mentre sono in caduta, un gruppo di pesci a cui non saprei dare il nome mi sfila davanti. Fisso il capobranco che mi sembra più grande degli altri. Premo il grilletto e sento la sua reazione sul mio braccio. Non ho mulinello, né sagola, lo recupero velocemente e lo riporto sul gommone, sarà  la nostra cena. Di nuovo predatore, ancora preda. Come una incessante danza a cui è impossibile sottrarsi. Una danza al ritmo dal fuoco tribale, quella danza che tanto bene conoscono i pescatori polinesiani, quella danza che ognuno di noi dovrebbe portare dentro il cuore ogni volta che va a pesca.11 Gennaio 2013 alle 22:54 #291982carlixedduPartecipante😯 😮
12 Gennaio 2013 alle 7:56 #291983GUAZA lo iettatorePartecipantenice
12 Gennaio 2013 alle 8:15 #291984ale37marPartecipanteBel racconto!
Qualcuno dovrebbe spiegare a tua moglie (se non l’hai già  fatto tu) che non aver portato i fucili in Polinesia è stata una GRANDE dichiarazione d’amore.12 Gennaio 2013 alle 8:30 #291985GUAZA lo iettatorePartecipante@ale37mar wrote:
Bel racconto!
Qualcuno dovrebbe spiegare a tua moglie (se non l’hai già  fatto tu) che non aver portato i fucili in Polinesia è stata una GRANDE dichiarazione d’amore.Quotooooo ahahahah
12 Gennaio 2013 alle 8:41 #291986lorenzino82PartecipanteMauro qui te lo dico e te lo confermo: io ho letto e leggo abbastanza per capire che tu hai un gran dono: tu sai intrattenere le persone con quello che scrivi…. Leggere i tuoi racconti è come guardare un film…. Non so come spiegarlo, ma mentre leggevo questo racconto e anche il precedente , mi è sembrato di “vedere” le cose che scrivevi…. Non so ,forse è l’ effetto dei cannabinoidi assunti da ragazzo , ma seriamente ti dico che se tu dovessi scrivere un libro di racconti di pesca io sarei il tuo primo cliente! Bravo!
12 Gennaio 2013 alle 8:44 #291987lorenzino82Partecipante@lorenzino82 wrote:
Mauro qui te lo dico e te lo confermo: io ho letto e leggo abbastanza per capire che tu hai un gran dono: tu sai intrattenere le persone con quello che scrivi…. Leggere i tuoi racconti è come guardare un film…. Non so come spiegarlo, ma mentre leggevo questo racconto e anche il precedente , mi è sembrato di “vedere” le cose che scrivevi…. Non so ,forse è l’ effetto dei cannabinoidi assunti da ragazzo , ma seriamente ti dico che se tu dovessi scrivere un libro di racconti di pesca io sarei il tuo primo cliente! Bravo!
Quasi dimenticavo, il libro lo compro solo se non ci sono altre foto tue…. Sei così brutto che preferisco quasi la mezzasega di papau
12 Gennaio 2013 alle 8:57 #291988GUAZA lo iettatorePartecipante@lorenzino82 wrote:
Mauro qui te lo dico e te lo confermo: io ho letto e leggo abbastanza per capire che tu hai un gran dono: tu sai intrattenere le persone con quello che scrivi…. Leggere i tuoi racconti è come guardare un film…. Non so come spiegarlo, ma mentre leggevo questo racconto e anche il precedente , mi è sembrato di “vedere” le cose che scrivevi…. Non so ,forse è l’ effetto dei cannabinoidi assunti da ragazzo , ma seriamente ti dico che se tu dovessi scrivere un libro di racconti di pesca io sarei il tuo primo cliente! Bravo!
cesss drogatooO! 8)
12 Gennaio 2013 alle 12:42 #291989lorenzino82Partecipante@Epinephelus guaza wrote:
@lorenzino82 wrote:
Mauro qui te lo dico e te lo confermo: io ho letto e leggo abbastanza per capire che tu hai un gran dono: tu sai intrattenere le persone con quello che scrivi…. Leggere i tuoi racconti è come guardare un film…. Non so come spiegarlo, ma mentre leggevo questo racconto e anche il precedente , mi è sembrato di “vedere” le cose che scrivevi…. Non so ,forse è l’ effetto dei cannabinoidi assunti da ragazzo , ma seriamente ti dico che se tu dovessi scrivere un libro di racconti di pesca io sarei il tuo primo cliente! Bravo!
cesss drogatooO! 8)
Un par di cannette nn hanno mai ucciso nessuno
12 Gennaio 2013 alle 15:49 #291990madmax70Partecipante@lorenzino82 wrote:
@Epinephelus guaza wrote:
@lorenzino82 wrote:
Mauro qui te lo dico e te lo confermo: io ho letto e leggo abbastanza per capire che tu hai un gran dono: tu sai intrattenere le persone con quello che scrivi…. Leggere i tuoi racconti è come guardare un film…. Non so come spiegarlo, ma mentre leggevo questo racconto e anche il precedente , mi è sembrato di “vedere” le cose che scrivevi…. Non so ,forse è l’ effetto dei cannabinoidi assunti da ragazzo , ma seriamente ti dico che se tu dovessi scrivere un libro di racconti di pesca io sarei il tuo primo cliente! Bravo!
cesss drogatooO! 8)
Un par di cannette nn hanno mai ucciso nessuno
vero.. il problema è che tu te ne sei fatte un paio di troppo!!!!! 😀 😀 😀
12 Gennaio 2013 alle 15:51 #291991madmax70Partecipantescherzi a parte….mauro bel racconto davvero… però quoto lorenzo, basta foto altrimenti il tuo avatar ci rimane male 😀 😀
12 Gennaio 2013 alle 17:10 #291992submaroPartecipanteLorenzo stai veramente male ma mi fai ammazzare dalle risate, Mauro i tuoi racconti sono veramente belli come già  ti hanno detto scrivi veramente molto bene, questo pezzo è da far invidia a Sergio Bambarén…
“Avanziamo insieme, a pochi centimetri l’uno dall’altro, verso l’uscita della laguna. Poi senza alcun motivo apparente si gira di scatto e per un istante, una frazione di secondo i suoi occhi incrociano i miei. Un abisso nero mi scruta dentro con un’intensità  da far paura. Capisco in un istante cosa si prova ad essere dall’altra parte del fucile, ad essere io, per una volta, la preda e non più il predatore. Dovrei risalire, forse. Urlare, dimenarmi, -Uno squalo! Uno squalo, c’è uno squalo!- ma non lo farò perché per quanto potrei essere realmente in pericolo non riesco a non pensare che è tutto così incredibilmente perfetto. Non mi sento più l’ultimo anello della catena alimentare, ma parte dell’infinito mare, con le sue regole, che non sono quelle che ho scelto io, ma quello che sceglierà  lui per me. Con pochi colpi di coda si allontana alla mia vista. Cerco di seguirlo con lo sguardo, ma lo perdo inevitabilmente come si perde un sogno la mattina.”
12 Gennaio 2013 alle 17:56 #291993MAURO650CSPartecipanteLorenzino… ma sei certo che siano solo le canne il problema??? 😀 😀
Ragazzi siete sempre molto buoni e sono felice che i miei racconti vi piacciano, almeno in queste giornate invernali mi consolo scrivendo un pochino di mare… che non è certo uguale a starci… ma almeno mi passa!!! 🙄
Ovviamente l’esperienza l’ho vissuta in prima persona… 😯
Paura eh12 Gennaio 2013 alle 18:19 #291994lorenzino82Partecipante@MAURO650CS wrote:
Lorenzino… ma sei certo che siano solo le canne il problema??? 😀 😀
Ragazzi siete sempre molto buoni e sono felice che i miei racconti vi piacciano, almeno in queste giornate invernali mi consolo scrivendo un pochino di mare… che non è certo uguale a starci… ma almeno mi passa!!! 🙄
Ovviamente l’esperienza l’ho vissuta in prima persona… 😯
Paura ehAhahhahahahahagahahha sei il mio idolo!!!!
Comunque per quello che mi ricordo sono solo le canne…. Per quello che non ricordo invece non lo so…. Ad esempio: qualcuno sa per caso a capodanno cosa ho fatto dalle 23 circa in poi?!18 Febbraio 2013 alle 7:38 #291995MAURO650CSPartecipantequalcuno ha voglia di leggere un altro raccontino??? 😀
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