Gli arbalete in legno, oltre ad essere fucili molto belli esteticamente, hanno il pregio di poter essere creati e modificati facilmente in base ai nostri gusti ed alle nostre necessità.
Quando si acquista un arbalete (di qualsiasi materiale), normalmente si ha ben chiaro l’uso che vorremo farne e, in base al tipo di pesca in poca acqua o in profondità, all’aspetto o all’agguato, alla cattura di pesci di mole o medio-piccoli, la nostra scelta sarà differente. Si potrà scegliere una lunghezza piuttosto che un’altra, su quale marchio e modello puntare e l’allestimento in base appunto all’uso che ne vorremo fare ed ai nostri gusti personali.
Lo stesso discorso vale per gli arbelete in legno, con la differenza che ci sono tantissimi costruttori (professionisti che producono su vasta scala e artigiani che producono pochi pezzi per volta), quindi c’è una grande scelta di marchi e di modelli di cui si possono scegliere lunghezze, forme, dimensioni, sagome, legni utilizzati e modo di costruzione (monoblocco o in listelli incollati) e addirittura si possono personalizzare ad esempio con un nome o un nickname. Addirittura in alcuni casi c’è chi desidera arbalete di lunghezze che normalmente non si producono o con gadget supplementari.
Chi ha girato un po’ per il mondo o chi è un appassionato di video di pesca, avrà notato che oltre ai bellissimi arbalete in legno che possiamo vantare in Europa e che vengono messi in commercio in tutto il mondo, ci sono degli altri arbalegni un po’ più tozzi, grezzi, quasi sgraziati ai nostri occhi, molto usati in America.
Vi siete mai chiesti il perchè? Perchè si scelgono quelle forme spigolose, abbondanti, tozze, senza quindi copiare o ispirarsi ai modelli che ci sono in Europa e tralasciando qualche fattore importante come il brandeggio?
Semplice, perché come si diceva prima, con la stessa cura con cui si sceglie un fucile in base alle proprie tecniche di pesca, si deve anche produrre il fucile tenendo a mente in che mari si pesca e quali sono le scelte disponibili e obbligate sul mercato.
In America la dimensione dei pesci è mediamente maggiore e se poi si pesca profondi o addirittura nel blu (ovvero con l’appoggio di una barca e in zone dove il fondale è irraggiungibile), le dimensioni crescono notevolmente e si possono incontrare diversi tipi di cernie, parghi, wahoo, marlin, pesci vela, squali etc etc.
Le acque spesso sono molto limpide e anche quando sono un po’ torbide, tendenti al verde o al bianco, la visibilità è spesso comunque abbastanza elevata, costringendo il sub ad effettuare tiri molto lunghi e ne consegue l’uso di arbalete lunghi e multielastico.
Un altro fattore è che molti pesci in America sono estremamente difficili da bucare, hanno le squame spesse e dure e persino un pesce pappagallo (che in America ha le squame più dure rispetto a quello che si incontra nei nostri mari e spesso supera i 5kg), può ricevere un’asta in pieno fianco senza esser bucato, quasi come se la punta dell’asta fosse arrotondata. Questo a volte succede anche con fucili doppio elastico. Il che è sconfortante.
I tiri dalla lunga distanza, su pesci grossi, magari molto duri, porta quindi ad optare per scelte diverse da quelle a cui siamo abituati in Europa. Si sceglie quindi di puntare tutto sulla gittata e sulla potenza di tiro tralasciando la bellezza estetica, con fucili di generose dimensioni, con 3-4 elastici e aste sproporzionate da minimo 8mm di diametro, guardando soprattutto gittata, velocità e penetrazione del tiro e questo va a discapito di brandeggio e precisione.
In realtà, i fucili in questione seppur tozzi (e spiegherò perchè) sono ben fatti, bilanciati e sono precisi anche se con gli allestimenti usati, nonostante la loro mole, hanno un forte rinculo anche nel caso in cui la mano libera venga posizionata sul calcio del fucile. Questo può portare a tiri non precisi soprattutto nel caso dei fucili mid-handle.
I mid-handle si differenziano dagli altri fucili per l’impugnatura avanzata rispetto al fusto. Ovvero l’asta e l’elastico sono agganciati un 30 cm (o più) dietro l’impugnatura. Questo fa si che si ha tra le mani un fucile più potente e con meno ingombro. Ad esempio un fucile lungo 130cm, sarà lungo solo 90-100cm dal nostro polso in avanti ed ovviamente quei centimentri risparmiati dietro il polso faranno comodo per coprire meglio la distanza tra la punta dell’asta e il pesce.
Un uso dei mid-handle, che si usa sopratutto nella pesca nel blu, è che con la mano libera (che sta sul calcio per aiutare a assorbire il rinculo) si puo brandeggiare il fucile molto rapidamente, usando l’impugnatura come fulcro della rotazione, mentre con la mano libera si muove il calcio del fucile nella direzione opposta a dove si vuole mirare. Il brandeggio ne guadagna tantissimo, mentre la mira chiaramente un po’ meno. Ma confidando sulle dimensioni dei pesci e sul tiro istintivo, probabilmente il tiro va a segno!
Un motivo dei fucili molto tozzi, è dovuto anche al fatto che i fucili vengono maltrattati in mare a causa della presenza di coralli affilatissimi. Inoltre, anzichè pescare col mulinello, la maggior parte degli appassionati pesca con il fucile assicurato alla boa e quindi nel caso in cui un pesce di mole venga arpionato e inizi una lotta, il fucile viene lasciato andare. Facendo in questo modo ovviamente può urtare un po’ dappertutto, specialmente nel caso in cui il pesce si intani. Usare il mulinello sarebbe un terno al lotto, visto che la lenza o il dyneema, purtroppo non sono indistruttibili. Il fucile tozzo quindi permette, oltre ad avere molta massa per assorbire meglio il rinculo, anche di avere molto materiale in eccesso per effettuare una eventuale riparazione nel caso in cui la resina o il legno si rovini. Si avrà quindi un graffio, una cicatrice, che non influirà minimamente sulle prestazioni del fucile.
Anche nella pesca nel blu non viene usato il mulinello, nonostante non ci siano asperità che possano minacciare l’integrità del nostro fucile. Si preferisce, anche in questo caso, pescare con il fucile attaccato alla boa, ma stavolta con un bungee. Un pesce arpionato nel blu come ad esempio un marlin, un tonno o un wahoo, normalmente reagisce in maniera molto violenta e scappa a caso in varie direzioni. Potrebbe correre all’impazzata per 100metri, tornare indietro 30metri, e ripartire in avanti o lateralmente con molta violenza e ciò porterebbe ad una serie di strattoni che romperebbero la lenza del mulinello o farebbero strappare il pesce. Questo può succedere soprattutto nel caso dei wahoo che hanno le carni estremamente tenere e un’accelerazione impressionante. Normalmente, nella pesca nel blu, si usano le slip-tip ovvero delle aste con una punta estraibile molto acuminata ed assicurata con un cavetto da metà del corpo della punta estraibile, fino alla punta dell’asta.
Quindi cosa succede in questo caso? Quando l’asta buca il pesce, nel momento in cui l’asta tende a sfilarsi dal corpo del pesce, perde la punta mobile che, nel caso in cui il pesce venga passato da parte a parte si mette di traverso e lo blocca in una maniera che non lacera le carni, di fatto lasciando il solo cavetto all’interno della ferita. Se il pesce invece non viene passato da parte a parte, la punta mobile si sfila all’interno del corpo e si infila di traverso all’interno delle carni, funzionando come una doppia aletta, ma il pesce anzichè avere un’asta addosso che può aprire la ferita, avrà solo il cavetto all’interno del corpo, mentre l’asta che lo segue rimarrà al di fuori.
In questi casi il bungee (l’elasticone nella sagola tra boa e fucile) è essenziale, perché visti i movimenti e direzioni imprevedibili del pesce, è l’unica arma per regolare ed assecondare le sfuriate del pesce evitando pericolosi strattoni.