la pesca e Antonio Albanese

e a proprio ragione….purtroppo quelli che non hanno questa passione non lo capiscono….

Pagare il mutuo per mantenere la guerra…..sante parole….

…Alcuni anni fa, andai con Antonio Albanese a pesca sul fiume Nera, in Umbria. Allora pescavo “fitto” a mosca e un mio amico, suo tecnico del suono, mi disse che Antonio aveva una mattinata libera dalle prove al Teatro delle Muse di Ancona, e si “pescava addosso..”. Sapendo che anch’io pescavo a mosca, ci mise in contatto e organizzammo l’uscita..
E’ un gran “lettore” delle debolezze umane, delle paure e fobìe che alimentano l’uomo. Sa trarre il meglio ( artisticamente) dal peggio che vede e sente.

Una riflessione notevole, che sia la pesca o qualsiasi altro hobby certo è che ogni tanto isolarsi dal mondo e dedicare un pò di tempo a se stessi è impagabile, diventa un’esigenza irrinunciabile quando assapori quella sensazione.
Antonio Albanese ha ragione in quei momenti “ti senti bene” soprattutto con te stesso, ti dimentichi per un’attimo i problemi, le frustazioni, le preoccupazioni torni quasi bambino dove il divertimento era tutto e il resto non contava…

Poi però quando questa magia finisce ti ritrovi nuovamente nella vita di tutti i giorni riprendi coscenza, ma stai bene lo stesso perchè tu sai che prima o poi riuscirai a provare nuovamente quella sensazione…

@Fulvio57 wrote:

@sub1 wrote:

e a proprio ragione….purtroppo quelli che non hanno questa passione non lo capiscono….

…Il concetto è ben più subdolo, e di non chiara lettura….ai più.

Sono d’accordo con Fulvio, non è solo l’elogio della pesca come primigenio gesto vitale, di liberazione, quasi purificatore.
Il senso del monologo, a mio parere, va rintracciato nella vergogna dell’uomo affranto a concedersi dei momenti in cui sentirsi fortunato, … dei momenti come la pesca.
Vi siete chiesti il perché? Non è forse una riflessione più ampia sull’attuale condizione sociale dell’uomo?
Questo monologo mi trasmette un profondo senso di tristezza e di rabbia per quella che sembra essere descritta come la misera condizione dell’uomo puro, non contaminato, ingenuo, nel senso elevato del termine, quale persona senza malizia, spontanea. Un uomo il cui rispetto per gli altri lo porta ad avvertire un senso di colpa per miserie che non dipendono certamente da lui.
Questa è la mia lettura di queste poche nostalgiche parole sull’uomo affranto.
Se ogni uomo capisse il valore di piccoli incommensurabili gesti come la cattura di un pesce, questo mondo sarebbe diverso, ma non sarebbe più lui.
Purtroppo è una riflessione molto triste quella di Albanese, intrisa di pessimismo, di assenza di equità  e giustizia.
Non so cosa ne pensate voi…

bel video 8) belle parole!!