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- Questo topic ha 78 risposte, 17 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 10 anni, 6 mesi fa da Danilo82.
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9 Maggio 2014 alle 9:59 #13718AiglosPartecipante
Ciao a tutti!!
Come da titolo, una carrellata di domande.
1- Cosa si prova mano a mano che si scende sempre più in profondità? Come cambiano le temperature (anche se, immagino, la muta faccia un po da barriera)? Si avverte, e come, l’aumento di pressione?
2-I pesci hanno paura dell’uomo? E perchè? Immagino vari parecchio da specie a specie e dal contesto…
3- A parer vostro qual’è la zona migliore del Mediterraneo? A livello di biodiversità, “paesaggi”, correnti e il resto!
4- Mediamente, a quanti km/h si riesce a procedere a ritmo di crociera?
5- Quali sono i colori più mimetici sui diversi fondali?
6- Come si avvertono i fenomeni atmosferici sott’acqua?
7- Se gli squali si estinguessero, quali sarebbero le ripercussioni nell’ecosistema?
8- Avete voglia di spiegarmi a grandi linee le varie fasi della caccia e le diverse tipologie?Per il momento, dovrei aver finito… 🙄
E perdonatemi se qualche domanda può risultare un po’ stupida ma purtroppo col Blu ho un rapporto un po’ ostico 🙂9 Maggio 2014 alle 11:23 #324195dolphin81PartecipanteCiao.
Molte delle tue domande non hanno un carattere oggettivo….però cercherò di essere più chiaro possibile…
1- La temperatura della colonna d’acqua dipende dalle stagioni. In inverno ti ritrovi più o meno con acqua fredda su tutta la colonna d’acqua con escursioni in superficie ,nei posti più freddi…i pesci in inverno tendono a raggiungere le zone più profonde dove l’acqua risente meno della temperatura esterna e si mantiene dunque più costante.
In estate c’è il cosiddetto fenomeno del termoclino,ossia acqua con temperatura e densità diversa che tende a stratificarsi. Per noi pesca sub la fortuna è che la colonna d’acqua calda (anche intorno ai 23-26 gradi) arrivi quanto più profonda possibile. Dalle mie parti (stretto di Messina) la conformazione del fondale e le correnti che superano i 5 nodi rendono tale fenomeno molto variabile. Solitamente a 18-20 metri troviamo l’acqua fredda(16-18 gradi) fino ai primi di agosto. Il fenomeno raggiunge il suo culmine a settembre – ottobre per poi invertire la tendenza col diminuire della temperatura dell’aria.
Man mano che si scende la pressione dell’acqua aumenta di 1 atm per ogni 10 metri. Il sub avverte tale aumento. Il corpo deve adattarsi a scambi gassosi con velocità sempre maggiori e bisogna abituarsi a sentire una sorta di compressione toracica. Col tempo si riesce a scendere sempre più giù risentendo sempre meno di tali effetti.9 Maggio 2014 alle 11:31 #324196dolphin81Partecipante2- A mare ,a grandi linee ,vige la legge del più grande. L’uomo è più grande della maggior parte dei pesci che dunque lo temono. Probabilmente hanno anche una sorta di “memoria genetica”….dato che in effetti un dentice non teme una ricciola di 50 kg,ma sicuramente teme un uomo del medesimo peso. Penso riescano anche ad imparare…nelle zone in cui non è consentito pescare ,le cernie ,ad esempio, mangiano dalle tue mani….mentre in posti in cui si sentono minacciate è difficile avvicinarle entro i 7-8 metri.
La diffidenza del pesce generalmente tende a diminuire con l’aumentare della profondità.9 Maggio 2014 alle 11:34 #324197dolphin81Partecipante3- In questo caso non riesco a non essere di parte. Per me i miei posti sono meravigliosi. Fondali a strapiombo, correnti impetuose , varietà ittiche infinite,un’isoletta davanti (la Sicilia) e molti altri aspetti lo rendono un posto unico.
Chiramente Sardegna,Grecia, Croazia sono posti incredibili.9 Maggio 2014 alle 11:36 #324198dolphin81Partecipante4- questa non l’ho capita…con che mezzo?
9 Maggio 2014 alle 11:40 #324199dolphin81Partecipante5- il mimetismo dipende dalla profondità e dal tipo di fondale…..per farti un esempio il rosso scompare già a 10 metri per via dell’assorbimento selettivo da parte dell’acqua delle varie frequenze.
In generale si usa marrone,sabbia, verde ,rosso ,arancione,nero….9 Maggio 2014 alle 11:41 #324200dolphin81Partecipante6- Il moto ondoso si avverte parecchio…la pioggia è uno spettacolo….i fulmini sono terrificanti…le variazioni di luce si percepiscono in modo imponente.
9 Maggio 2014 alle 11:42 #324201dolphin81Partecipante7- Sarebbe un dramma…dato che si trovano al vertice della catena alimentare.
9 Maggio 2014 alle 11:49 #324202dolphin81Partecipante8- Questa è la domanda più bella… 😀
Esistono fondamentalmente tre tipi di approccio. Il meno sportivo è la pesca in tana. Ossia uno scrutare continuo di spacchi ed anfratti nella speranza di trovarci qualche pesce. Il pesce in tal caso non ha spesso via di fuga ed è praticamente fregato,anche se pesci come le cernie possono farti impazzire per tirarle fuori,specie se sparate in punti non vitali.
Il secondo metodo è la pesca all’aspetto. Può essere attuata a svariate profondità. Ad esempio a pochi metri vicino la risacca per cercare le spigole o in profondità per sparidi e pelagici. Consiste essenzialmente nell’appostarsi attaccati (e nascosti il più possibile) al fondo e ,facendo affidamento sulle proprie capacità apneistiche e di osservazione dell’ambiente, cercare di farsi incrociare da qualche bel pesce che si trova sulla nostra traiettoria.
L’ultima tecnica è l’agguato. Anch’esso si pratica a qualsiasi profondità ed è il più dispendioso in termini di consumo di ossigeno.
Si cerca un percorso,celato ai sensi del pesce,che ci porti a sparare a distanza quanto più ravvicinata.9 Maggio 2014 alle 12:29 #324203zavorraPartecipante@Aiglos wrote:
1- Cosa si prova mano a mano che si scende sempre più in profondità? Come cambiano le temperature (anche se, immagino, la muta faccia un po da barriera)? Si avverte, e come, l’aumento di pressione?
Tanto il pescatore quanto l’apneista puro quando affrontano una discesa profonda fanno in modo di regolare il piombo in cintura in modo che, verso la metà o i due terzi della discesa, l’assetto del sub sia “negativo” cioè inizi ad affondare. Questo è possibile dal momento che la crescente pressione esterna comprime le micro bolle d’aria nel neoprene della muta, riducendone il volume fino a che la spinta idrostatica non è più sufficiente a far galleggiare il sub.
Premetto questo perchè, dopo un primo tratto percorso pinneggiando, l’apneista si ferma per risparmiare ossigeno e inizia a scendere planando, ed ha la possibilità di analizzare l’ambiente e le proprie sensazioni.
La temperatura, a seconda della stagione e del posto, scende. La luce si attutisce, i colori, a partire dal rosso, spariscono fino a che tutto diventa blu e infine nero. La pressione esterna aumenta, regalando la sensazione di muoversi in un fluido più denso (oltre a costringerti a compensare).
Se non c’è un riferimento visivo, che può essere un cavo guida o il fondale, si perde facilmente il senso dell’orientamento.
Arrivati sul fondo (o alla quota desiderata), a quote importanti, si deve mantenere la lucidità. La variazione delle pressioni parziali dei gas disciolti nel sangue (Ossigeno in primis) falsano la percezione e illudono il sub di disporre di una apnea infinita. Non c’è la cosiddetta “euforia da profindità” (narcosi da azoto), che colpisce chi si immerge con le bombole, ma possiamo testimoniare tutti un certo senso di benessere. Guai ad abbandonarsi ad esso, la strada per la superficie è ancora lunga.
La via del ritorno ripercorre, al contrario, le sensazioni provate durante la discesa. Ad un primo tratto freddo, scuro, faticoso di pinneggiata, segue un tratto in cui il corpo ricomincia a galleggiare da solo. Di nuovo il sub interrompe l’azione delle pinne e si gode il viaggio. La luce ed il calore si fanno strada attraverso il muro d’acqua sempre più esile, la pressione che opprimeva il sub viene meno fino al momento magico in cui rivedi il sole e respiri, quasi fosse una nuova nascita.
Purtroppo però quest’ultimo tratto è anche il più insidioso. I francesi lo chiamano “rendez vous syncopal des 7 mètres”, “appuntamento a 7 metri con la sincope”. La sincope è (mi scuseranno i medici) una perdita di conoscenza dovuta, di nuovo, agli strani giochi che i gas disciolti nel sangue fanno al variare della pressione esterna. Con l’aumentare del tempo aumenta la pressione parziale di anidride carbonica, e con il diminuire della pressione esterna cala bruscamente la pressione parziale dell’ossigeno. Due ottimi motivi che fanno decidere alla parte animale del nostro cervello di prendere il controllo per forzare la respirazione o, addirittura, spegnersi.
I segnali premonitori sono fame d’aria e forti contrazioni diaframmatiche. Purtroppo non sempre essi si presentano in tempo. Se il sub ha iperventilato (respirato troppo o troppo in fretta) prima di immergersi ad esempio può non avvertirle.
La sincope ha una declinazione meno grave nella cosiddetta samba: contrazioni e movimenti involontari degli arti e difficoltà a respirare. Inutile dire che se uno è solo in mare ed esce “sambato” sta correndo il rischio di andare ulteriormente in affanno, bere acqua di mare, svenire.
Tutto ciò per dire quanto l’apneista debba essere concentrato, e su cosa, affrontando una discesa “importante”.
Z
9 Maggio 2014 alle 13:37 #324204DENTEX70ModeratoreCiao Greta ti ringrazio per questo argomento penso sia uno dei più interessanti degli ultimi anni, hai visto che differenza tra 2 risposte? Servirà molto anche a noi
9 Maggio 2014 alle 13:40 #324205zavorraPartecipante@Aiglos wrote:
2-I pesci hanno paura dell’uomo? E perchè? Immagino vari parecchio da specie a specie e dal contesto…
L’istinto naturale di qualunque animale è sfuggire ai predatori. E i pesci sanno benissimo che intenzioni hai, lo provano un paio di esperienze che chiunque può fare:
– immergendosi in una area marina protetta (mi viene in mente l’arcipelago della Maddalena) ti trovi circondato di pesci assolutamente tranquilli, che anzi si avvicinano incuriositi. Pesci che altrove non si avvicinerebbero ad un miglio nautico da te.
– sembra assurdo ma è innegabile che se ti fai il bagno con costume e maschera i pesci sono molto meno spaventati rispetto a quando sei in muta, pinne lunghe, fucile, boa… Quante volte abbiamo visto orate e spigole aggirarsi tra i piedi dei bagnanti? D’altra parte mettiamoci al loro posto: vedendo per strada un tizio che fa jogging o un tale barbuto armato di AK-47 e tritolo che punta dritto verso di noi la nostra reazione sarebbe la stessa?
Z
9 Maggio 2014 alle 13:44 #324206zavorraPartecipante@Aiglos wrote:
7- Se gli squali si estinguessero, quali sarebbero le ripercussioni nell’ecosistema?
A mensa qui in ufficio sparirebbero i tranci di tonno o di pescespada 😀
Z
9 Maggio 2014 alle 16:50 #324207biro2323PartecipanteCiao ragazzi!!!
che piacere leggervi!
Vi ringrazio anche se le domande non le ho poste io.
… io comunque avrei più paura di uno che fa jogging in tua di un omone barbuto con l’ak47 8)
daniele
10 Maggio 2014 alle 8:41 #324208MaxModeratore -
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