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- Questo topic ha 78 risposte, 17 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 10 anni, 6 mesi fa da Danilo82.
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15 Maggio 2014 alle 9:08 #324224fracchiaPartecipante
@SARDENTICE81 wrote:
@fracchia wrote:
Sfrutto il topic per chiedere come fate le capovolte col fucile…Come e dove lo tenete
scelte e comodità personali, c’è chi li tiene dritto con in braccio praticamente teso in avanti e chi lo tiene su un fianco aderente al corpo
Ok ma tra le due secondo te qual è la migliore?
15 Maggio 2014 alle 9:26 #324225SARDENTICE81Moderatore@fracchia wrote:
@SARDENTICE81 wrote:
@fracchia wrote:
Sfrutto il topic per chiedere come fate le capovolte col fucile…Come e dove lo tenete
scelte e comodità personali, c’è chi li tiene dritto con in braccio praticamente teso in avanti e chi lo tiene su un fianco aderente al corpo
Ok ma tra le due secondo te qual è la migliore?
Quella con ciu ti trovi meglio, e nella situazione in cui ti trovi, io per esempio se il mare è calmo di solito scendo con il fucile in avanti, ma se c’è un po’ di corrente lo porto su un fianco per non dover contrastare la corrente sul fucile
15 Maggio 2014 alle 10:41 #324226FELIXPartecipanteIo sempre con l’arba in avanti perché a volte è talmente torbido che vado a sbattere senza vedere…
15 Maggio 2014 alle 10:53 #324227fracchiaPartecipante@FELIX wrote:
Io sempre con l’arba in avanti perché a volte è talmente torbido che vado a sbattere senza vedere…
ahahahaha
16 Maggio 2014 alle 10:16 #324228DENTEX70Moderatorementre quasi tutti ti hanno parlato di effetti fisici io ti parlo di sensazioni, non tutti i pescasub provano le stesse sensazioni e emozioni anche perché ognuno di noi ha sviluppato con gli anni delle preferenze, ci sono ragazzi che non si spostano dalla riva e stanno in bassissime profondità, amano sgattaiolare strisciando sull’esiguo fondo lenti come un gatto che si avvicina silenzioso al topo amano i colori intensi la luce e colgono qualsiasi movimento anche a distanza per sfruttarlo e avvicinarsi prima di esser scorti. Questo è quel poco che ti sò dire degli strusciapanza come si amano definire chi pratica questa pesca, io ti parlerò di chi invece ama l’aspetto più emozionale del mare cioè la profondità, scendere nel blù dà fortissime sensazioni è come un viaggio dentro noi stessi in un gioco che è un rimpiattino tra le paure ancestrali e la curiosità innata nella razza umana. Già dalla superfice il viaggio inizia con una ricerca quasi maniacale della calma, respiri lenti e profondi che ti fanno entrare in uno stato di trance, chi pesca visualizza tutte le fasi della discesa, cerca di immaginare cosa potrà accadere. Scendere è come intraprendere un piccolo viaggio, se si va profondi diciamo oltre i 20 la discesa è lunga dura molti secondi dove si riesce ad apprezzare tutto come cambiano i colori, come i nostri occhi si adattano al variare della luce ma la cosa più affascinante è l’effetto della pressione, l’abbraccio che diventa sempre più forte ma non opprimente, la pressione fa si che aumentino gli scambi e si diffonda in noi una specie di ebrezza calma è una bellissima sensazione che a volte costa cara molto cara. infatti si sta bene sin che si è appoggiati, non appena stacchiamo dal fondo sia per lo sforzo sia per l’azione inversa cioè la caduta di pressione, iniziamo a sentire la fame d’aria prima poca poi durante la risalita aumenta solo negli ultimi metri è compensata dalla rigidità del torace. Ma se abbiamo eseguito tutto bene e cioè chi siamo staccati al punto giusto la risalita è come una rinascita, dal blu i colori prendono tono l’acqua è più calda e il primo respiro è qualcosa di unico. se il nostro obbiettivo erano i pesci e li abbiamo visti ci ritornano subito le sequenze magari dell’avvicinamento, oppure la visione di una bella cernia che fugge via, oppure alcora un volo di corvine con il loro volare sull’acqua. e si sono sensazioni uniche indimenticabili che ti fanno ammalare di profondità tanto da influenzare la testa dando dipendenza come una droga. Non c’è paura, la paura degli squali è dovuta a quel disgraziato di spielberg che con il film lo squalo ha fatto più danni della guerra.
16 Maggio 2014 alle 12:20 #324229gianlucaxyzPartecipante@DENTEX70 wrote:
mentre quasi tutti ti hanno parlato di effetti fisici io ti parlo di sensazioni, non tutti i pescasub provano le stesse sensazioni e emozioni anche perché ognuno di noi ha sviluppato con gli anni delle preferenze, ci sono ragazzi che non si spostano dalla riva e stanno in bassissime profondità, amano sgattaiolare strisciando sull’esiguo fondo lenti come un gatto che si avvicina silenzioso al topo amano i colori intensi la luce e colgono qualsiasi movimento anche a distanza per sfruttarlo e avvicinarsi prima di esser scorti. Questo è quel poco che ti sò dire degli strusciapanza come si amano definire chi pratica questa pesca, io ti parlerò di chi invece ama l’aspetto più emozionale del mare cioè la profondità, scendere nel blù dà fortissime sensazioni è come un viaggio dentro noi stessi in un gioco che è un rimpiattino tra le paure ancestrali e la curiosità innata nella razza umana. Già dalla superfice il viaggio inizia con una ricerca quasi maniacale della calma, respiri lenti e profondi che ti fanno entrare in uno stato di trance, chi pesca visualizza tutte le fasi della discesa, cerca di immaginare cosa potrà accadere. Scendere è come intraprendere un piccolo viaggio, se si va profondi diciamo oltre i 20 la discesa è lunga dura molti secondi dove si riesce ad apprezzare tutto come cambiano i colori, come i nostri occhi si adattano al variare della luce ma la cosa più affascinante è l’effetto della pressione, l’abbraccio che diventa sempre più forte ma non opprimente, la pressione fa si che aumentino gli scambi e si diffonda in noi una specie di ebrezza calma è una bellissima sensazione che a volte costa cara molto cara. infatti si sta bene sin che si è appoggiati, non appena stacchiamo dal fondo sia per lo sforzo sia per l’azione inversa cioè la caduta di pressione, iniziamo a sentire la fame d’aria prima poca poi durante la risalita aumenta solo negli ultimi metri è compensata dalla rigidità del torace. Ma se abbiamo eseguito tutto bene e cioè chi siamo staccati al punto giusto la risalita è come una rinascita, dal blu i colori prendono tono l’acqua è più calda e il primo respiro è qualcosa di unico. se il nostro obbiettivo erano i pesci e li abbiamo visti ci ritornano subito le sequenze magari dell’avvicinamento, oppure la visione di una bella cernia che fugge via, oppure alcora un volo di corvine con il loro volare sull’acqua. e si sono sensazioni uniche indimenticabili che ti fanno ammalare di profondità tanto da influenzare la testa dando dipendenza come una droga. Non c’è paura, la paura degli squali è dovuta a quel disgraziato di spielberg che con il film lo squalo ha fatto più danni della guerra.
Io non dico niente, qui c’è tutto. Grandissimo Sergio. Ascoltalo, ha molte cose da insegnare, non solo a te 😉 .
16 Maggio 2014 alle 12:39 #324230zavorraPartecipante@DENTEX70 wrote:
…
Non c’è paura, la paura degli squali è dovuta a quel disgraziato di spielberg che con il film lo squalo ha fatto più danni della guerra.Non sono del tutto d’accordo. Spielberg o no sono convinto che nuotare dove non vedi il fondo, per la profondità o per il torbido, un po’ di strizza lo metterebbe comunque. Come la paura del buio. Poi lo squalo hollywoodiano fa da catalizzatore, da totem per quello che è un istinto innato (magari in misure diverse) in ciascuno di noi.
Z
P.S. Certamente con l’abitudine ci si fa meno caso
16 Maggio 2014 alle 12:43 #324231Danilo82Partecipante@DENTEX70 wrote:
mentre quasi tutti ti hanno parlato di effetti fisici io ti parlo di sensazioni, non tutti i pescasub provano le stesse sensazioni e emozioni anche perché ognuno di noi ha sviluppato con gli anni delle preferenze, ci sono ragazzi che non si spostano dalla riva e stanno in bassissime profondità, amano sgattaiolare strisciando sull’esiguo fondo lenti come un gatto che si avvicina silenzioso al topo amano i colori intensi la luce e colgono qualsiasi movimento anche a distanza per sfruttarlo e avvicinarsi prima di esser scorti. Questo è quel poco che ti sò dire degli strusciapanza come si amano definire chi pratica questa pesca, io ti parlerò di chi invece ama l’aspetto più emozionale del mare cioè la profondità, scendere nel blù dà fortissime sensazioni è come un viaggio dentro noi stessi in un gioco che è un rimpiattino tra le paure ancestrali e la curiosità innata nella razza umana. Già dalla superfice il viaggio inizia con una ricerca quasi maniacale della calma, respiri lenti e profondi che ti fanno entrare in uno stato di trance, chi pesca visualizza tutte le fasi della discesa, cerca di immaginare cosa potrà accadere. Scendere è come intraprendere un piccolo viaggio, se si va profondi diciamo oltre i 20 la discesa è lunga dura molti secondi dove si riesce ad apprezzare tutto come cambiano i colori, come i nostri occhi si adattano al variare della luce ma la cosa più affascinante è l’effetto della pressione, l’abbraccio che diventa sempre più forte ma non opprimente, la pressione fa si che aumentino gli scambi e si diffonda in noi una specie di ebrezza calma è una bellissima sensazione che a volte costa cara molto cara. infatti si sta bene sin che si è appoggiati, non appena stacchiamo dal fondo sia per lo sforzo sia per l’azione inversa cioè la caduta di pressione, iniziamo a sentire la fame d’aria prima poca poi durante la risalita aumenta solo negli ultimi metri è compensata dalla rigidità del torace. Ma se abbiamo eseguito tutto bene e cioè chi siamo staccati al punto giusto la risalita è come una rinascita, dal blu i colori prendono tono l’acqua è più calda e il primo respiro è qualcosa di unico. se il nostro obbiettivo erano i pesci e li abbiamo visti ci ritornano subito le sequenze magari dell’avvicinamento, oppure la visione di una bella cernia che fugge via, oppure alcora un volo di corvine con il loro volare sull’acqua. e si sono sensazioni uniche indimenticabili che ti fanno ammalare di profondità tanto da influenzare la testa dando dipendenza come una droga. Non c’è paura, la paura degli squali è dovuta a quel disgraziato di spielberg che con il film lo squalo ha fatto più danni della guerra.
Bravo Sergio penso che la giovane scrittrice cercava proprio una risposta come la tua, leggendola sembrava di scendere li sotto. Più o meno sono le stesse sensazione che sente ognuno di noi e la parte venatoria è solo la finalizzazione di quello che la sotto impari ad amare, rispettare ed esserne dipendente.
Sergio parlava di un piccolo viaggio e forse non c’è modo migliore di descrivere ogni tuffo, dove la capovolta è la partenza da una stazione e la prima boccata d’aria equivale a mettere la testa fuori al finestrino quando il treno giunge alla stazione di arrivo…. per quanto mi riguarda io ad ogni tuffo faccio dei monologhi, saluto le specie che vivono il mare, parlo con i pesci (mangianza) chiedendo loro dove guardare a volte litigo con i ricci, e se vedo una preda tra me e me dico ” dai avvicinati ancora un po’ un altro pochino, ci siamo e…. la maggior parte delle volte la padello 😀 ” (la manco)… sembrerebbe da manicomio, ma solamente provandolo si riesce a capire davvero quello che ognuno di noi prova e non basterebbero la spiegazione di ogni utente iscritto al forum per rendere l’idea di quanto può regalarti il mare16 Maggio 2014 alle 12:50 #324232AiglosPartecipanteWow… che dire… mi hai lasciata senza fiato.
Letteralmente.
Grazie di cuore Dentex!!16 Maggio 2014 alle 12:53 #324233DENTEX70Moderatorenon c’è di chè, mettiti maschera e boccaglio e inizia a sognare ad occhi aperti questo è il mare
16 Maggio 2014 alle 13:09 #324234AiglosPartecipante🙂
Ci riuscissi!
Solo una volta, armata di pinne e maschera mi sono spinta a qualche metro dalla costa per guardare dei trigoni in una riserva dove transitano le balene.
Ma qualche anno fa, ora non mi spingo dove non tocco coi piedi.16 Maggio 2014 alle 13:12 #32423516 Maggio 2014 alle 13:13 #324236AiglosPartecipanteLo farei, ma è cosa risaputa che gli squali costieri sono ghiotti di trampolieri!!! 😉
16 Maggio 2014 alle 13:17 #324237MaxModeratoreCerto, quando uno squalo ha fame, non lo ferma nulla, neanche la pubblicità
[youtube:3a09dfn3]Om5v2i0vegI[/youtube:3a09dfn3]16 Maggio 2014 alle 13:49 #324238SARDENTICE81Moderatore@Aiglos wrote:
🙂
Ci riuscissi!
Solo una volta, armata di pinne e maschera mi sono spinta a qualche metro dalla costa per guardare dei trigoni in una riserva dove transitano le balene.
Ma qualche anno fa, ora non mi spingo dove non tocco coi piedi.Greta, probabilmente hai solo bisogno di una persona che ti dia la giusta sicurezza e ti accompagni in questa tua paura, sono certo che pian piano, la tua paura lascerebbe spazio prima alla curiosità, poi allo stupore e infine alla voglia di farlo ancora e poi ancora.
ti auguro di cuore un giorno di vincere la tua paura perchè chi non ha mai vissuto in mondo che c’è la sotto non ha vissuto la sua vita per intero 😉 -
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