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11 Novembre 2011 alle 22:01 #249355ulissioPartecipante
@SARDENTICE81 wrote:
il problema è che in questo modo appariamo come 200.000 – 100.000 – 50.000 quelli che siamo, siamo, pecore senza nessuna intenzione di essere rappresentati.
il dato da analizzare è che a prescindere dal numero reale di pescatori in apnea è comunque smisuratamente più alto rispetto a quelli che si fanno rappresentare da una delle due associazioni fipia o fipsas che sia. se andiamo a fare delle proporzioni siamo nell’ordine dello zero virgola…da qui emergono due problematiche
1 dove sono i pescatori in apnea che non frequentano la rete? come ci possiamo coalizzare anche con loro?
2 è davvero possibile che ci sia tutto questo disinteresse per i problemi che ruotano attorno alla pesca in apnea?su quale tasto si deve premere maggiormente, ignoranza o menefreghismo?
mah… c’è molto su cui riflettere
Menefreghismo, perchè? perchè continuano ad andare a pesca quindi per loro il problema al momento non sussiste.
Dico questo perchè i pescasub che frequento la pensano in questo modo, però non è detto che riesco a far cambiare idea a qualcuno di loro 😉 .11 Novembre 2011 alle 22:51 #249356vikingoPartecipanteRiflettendoci, noi pia siamo 4 triglie in un mare di squali!!! ci fanno fare il censimento, ci spingono ad iscriverci alle associazioni, federazioni, confraternite, fratellanze……. ma quanto incidiamo noi sulla salvaguardia dei mari? due dentici alla settimana quanto possono incidere sulla fauna marina??? quante attenzioni dobbiamo fare sulle taglie, i pesi, se ha la pancia gonfia, le uova, o altro??? tanto passa la prima rete di turno e spazza via tutti i nostri sacrifici, le nostre attenzioni e le nostre rinunce!!! dobbiamo fare qualcosa per BLOCCARE lo scempio che il mercato sta portando al mare per mano dei pescherecci, dovuto alle esigenze di grandi UOMINI del business ad accumulare ricchezze fino a schiattare!!!! tutto questo è pazzesco!!! le pescherie buttano pesce marcio tutti i giorni perchè le esigenze di mercato costringono i pescatori professionali a portare sempre più pescato in banchina anche se poi verrà buttato via!!!! tutti ci additano come dei boia in apnea, che sparano anche le cozze per poi squartare il pescato e crocifiggerlo per mania di grandezza!!!!! cosa potrà fare la FIPIA contro i pescherecci esteri che vengono nei nostri mari a fare razzie? cosa potrà fare contro le vongolare sottocosta? potrà fermarei barcaioli che buttano le reti a 20 metri da riva?
11 Novembre 2011 alle 22:59 #249357ulissioPartecipante@vikingo wrote:
Riflettendoci, noi pia siamo 4 triglie in un mare di squali!!! ci fanno fare il censimento, ci spingono ad iscriverci alle associazioni, federazioni, confraternite, fratellanze……. ma quanto incidiamo noi sulla salvaguardia dei mari? due dentici alla settimana quanto possono incidere sulla fauna marina??? quante attenzioni dobbiamo fare sulle taglie, i pesi, se ha la pancia gonfia, le uova, o altro??? tanto passa la prima rete di turno e spazza via tutti i nostri sacrifici, le nostre attenzioni e le nostre rinunce!!! dobbiamo fare qualcosa per BLOCCARE lo scempio che il mercato sta portando al mare per mano dei pescherecci, dovuto alle esigenze di grandi UOMINI del business ad accumulare ricchezze fino a schiattare!!!! tutto questo è pazzesco!!! le pescherie buttano pesce marcio tutti i giorni perchè le esigenze di mercato costringono i pescatori professionali a portare sempre più pescato in banchina anche se poi verrà buttato via!!!! tutti ci additano come dei boia in apnea, che sparano anche le cozze per poi squartare il pescato e crocifiggerlo per mania di grandezza!!!!! cosa potrà fare la FIPIA contro i pescherecci esteri che vengono nei nostri mari a fare razzie? cosa potrà fare contro le vongolare sottocosta? potrà fermarei barcaioli che buttano le reti a 20 metri da riva?
Il pescato viene buttato via? il pescato non venduto lo rifilano congelato durante le feste 😉 .
12 Novembre 2011 alle 15:06 #249358MAURO650CSPartecipanteil problema che solleva vikingo è un problema molto serio e che va oltre questi ragionamenti, ma soprattutto ci sono interessi grandi, enormi e problemi a cui lo stato deve far fronte.
Il pescato però viene buttato direttamente dai peschereci, quel pesce poco pregiato o che comunque non verrà venduto, viene ributtato a mare… morto! Oltre il danno la beffa!
Dobbiamo cominciare a pensare che la pesca professionale non può più andare avanti, non ci sono alternative che stoppare tutto il prima possibile! Ma ovviamente gli interessi che entrano in gioco sono molti. Se lo Stato decidesse di revocare le licenze per la pesca professionale, cosa faranno tutte quelle migliaia di persone che tutti i giorni vivono di questo? E’ troppo semplice dire “muoiono di fame”, anche se in fondo il danno l’hanno causato loro… ma anche noi con la nostra continua richista di pesce sempre a minor prezzo. Se le famiglie dei pescatori non hanno più soldi da spendere perchè le barche sono ferme, l’economia in quella percentuale si ferma e così affondiamo tutti… senza poi considerare tutto l’indotto dalla benzina alle officine per le riparazioni, ai cantieri. Se la pesca porfessionale cessasse tutti questi settori andrebbero in crisi e metterebbe in ginocchio l’Italia intera. quello che a mio parere si dovrebbe fare è incrementare in modo pauoso gli allevamenti e rimpiazzare i pescatori e tutte quelle persone rimaste senza lavoro per coprire questi nuovi incarichi. L’allevamnto è l’unica strada percorribile se vogliamo salvare il nostro mare. Dovremo poi cambiare le nostre abitudini e rinunciare a tutto quel pesce che non può essere allevato. Se ci pensiamo in fondo è la stessa cosa che è avvenuta già oltre 2000 anni fa, quando l’uomo ha imparato ad allevare il bestiame…12 Novembre 2011 alle 15:49 #249359MaxModeratore@MAURO650CS wrote:
il problema che solleva vikingo è un problema molto serio e che va oltre questi ragionamenti, ma soprattutto ci sono interessi grandi, enormi e problemi a cui lo stato deve far fronte.
Il pescato però viene buttato direttamente dai peschereci, quel pesce poco pregiato o che comunque non verrà venduto, viene ributtato a mare… morto! Oltre il danno la beffa!
Dobbiamo cominciare a pensare che la pesca professionale non può più andare avanti, non ci sono alternative che stoppare tutto il prima possibile! Ma ovviamente gli interessi che entrano in gioco sono molti. Se lo Stato decidesse di revocare le licenze per la pesca professionale, cosa faranno tutte quelle migliaia di persone che tutti i giorni vivono di questo? E’ troppo semplice dire “muoiono di fame”, anche se in fondo il danno l’hanno causato loro… ma anche noi con la nostra continua richista di pesce sempre a minor prezzo. Se le famiglie dei pescatori non hanno più soldi da spendere perchè le barche sono ferme, l’economia in quella percentuale si ferma e così affondiamo tutti… senza poi considerare tutto l’indotto dalla benzina alle officine per le riparazioni, ai cantieri. Se la pesca porfessionale cessasse tutti questi settori andrebbero in crisi e metterebbe in ginocchio l’Italia intera. quello che a mio parere si dovrebbe fare è incrementare in modo pauoso gli allevamenti e rimpiazzare i pescatori e tutte quelle persone rimaste senza lavoro per coprire questi nuovi incarichi. L’allevamnto è l’unica strada percorribile se vogliamo salvare il nostro mare. Dovremo poi cambiare le nostre abitudini e rinunciare a tutto quel pesce che non può essere allevato. Se ci pensiamo in fondo è la stessa cosa che è avvenuta già oltre 2000 anni fa, quando l’uomo ha imparato ad allevare il bestiame…Sono pienamente daccordo
14 Novembre 2011 alle 9:36 #249360SARDENTICE81Moderatorein effetti però, stiamo andando fuori tema, anche io sono perfettamente d’accordo sulla strada da percorrere, l’allevamento ittico, che tra l’altro con le tecniche più moderne importate da paesi come il Giappone, avrebbe un successo sicuro.
però qui si parla principalmente della nostra categoria, ie in questo senso io credo che prima di muovere qualsiasi altro passo, dovremmo intanto ripulire e nobilitare il nostro nome, perchè al di là della verità che sappiamo solo noi, e cioè che siamo tra i pochi a cui frega realmente la salvagiardia del mare, sia nelle specie che nell’inquinamento, tutti gli altri ci vedono ancora come una cosa che non siamo e non siamo mai stati.
14 Novembre 2011 alle 9:53 #249361MAURO650CSPartecipanteCredo che FIPIA si stia già muovendo piuttosto bene in questo senso, il ripopolamento delle aragoste è stata una bella iniziativa e continuare su questa linea credo sia la scelta migliore… sarebbe interessante che FIPIA proponesse qualche iniziativa ed una campagna per la raccolta di fondi per attuare i suddetti progetti e magari chiamare tv e stampa. 😉
14 Novembre 2011 alle 18:25 #249362vikingoPartecipanteIniziamo con chiarire il motivo del censimento e la veridicità dei dati raccolti….
15 Novembre 2011 alle 2:57 #249363dallisottoPartecipante230000 PIA distribuiti sui 7500km di coste italiane.
Sopno circa 30 PIA al kilometro! uno ogni 30metri!!!!
Ho capito perche’ non prendo mai un cazzo…
15 Novembre 2011 alle 8:00 #249364SARDENTICE81Moderatore@dallisotto wrote:
230000 PIA distribuiti sui 7500km di coste italiane.
Sopno circa 30 PIA al kilometro! uno ogni 30metri!!!!
Ho capito perche’ non prendo mai un ca**o…
😆 😆 😆
15 Novembre 2011 alle 8:07 #249365SARDENTICE81Moderatorericapitolando, il censimento è stato introdotto ufficialmente per soddisfare una richiesta della Comunità Europea che chiedeva appunto agli stati membri di rilevare la consistenza del pescato pro capite dei pescatori non professionisti.
è evidente che il censimento italiano, così come ci è stato imposto non porterà mai a rilevare quel dato.
i numeri sballati invece, sono anch’essi imputabili alla struttura del censimento, che per diversi motivi, tra cui la scarsa informazione e sensibilizzazione da parte di chi di dovere, ha fatto si che i pescatori che si trovavano a compilarlo segnassero delle voci improbabili con senno del “non si sa mai”.
non dimentichiamoci che la maggior parte di noi si è auto documentata e aiutata attraverso internet per capire come fare la compilazione.
insomma, un’altro bel pastrocchio all’italiana. staremo a vedere a cosa ci porterà …15 Novembre 2011 alle 11:56 #249366vikingoPartecipantenon facevano prima a chiedere quanti pesci ci portiamo a casa? ma com’è possibile che in Molise ci siano più pescatori che abitanti???
16 Novembre 2011 alle 2:00 #249367dallisottoPartecipanteProbabilmente e’ vero che 230000 e’ un numero esagerato rispetto al reale numero di PIA esistenti, pero’ posso dirvi che guardandomi intorno il censimento e’ qualcosa che silenziosamente si è diffuso, molto oltre il percepito.
E sicuramente molto oltre la necessità di unirsi e di coalizzarsi in una realtà che tenga conto delle nostre esigenze, come ad esempio la FIPIA.
Ovviamente il mio caso non fa statistica, pero’ posso dire che dei 5-6 PIA che ho come colleghi, tutti hanno fatto il censimento, ma neppure uno di loro si e’ fatto convincere da me a iscriversi a FIPIA (mea culpa forse).
Io di palloni in acqua ne vedo sempre tanti dalle mie parti.!
Forse dico una scemenza, ma un modo più pertinente per avere sotto controllo il numero di PIA potrebbe essere quello di registrare una sorta di porto d’armi per i fucili che abbiamo, magari all’atto dell’acquisto.
Ovviamente, analogamente al censimento, se poi non ci sono controlli in mare, tutto va a farsi benedire.
16 Novembre 2011 alle 10:05 #249368bludivePartecipante@mosgi wrote:
Nelle tue zone ci manca un associato di fiducia per divulgare il nome Fipia …. Saresti disponibile?
ti rispondo in MP
17 Novembre 2011 alle 17:12 #249369vikingoPartecipanteSpero solo che riusciamo a fare qualcosa prima che il pesce finisca…
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