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- Questo topic ha 36 risposte, 16 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 14 anni, 3 mesi fa da icaro.
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24 Agosto 2010 alle 8:46 #194685MonserPartecipante
Beh, allora ti puoi solo immaginare la pena che si prova nel prendere il corpo senza vita di un uomo a mare: ti assale (è difficile esprimersi su questo punto) un senso di inutilità (tua), di incapacità , ti fischiano le orecchie e la testa inizia a girarti. non riesci a pensare più a nulla, se non a quel contatto fisico (freddo) che non rispondeva ai tuoi stimoli.
Se il cannista aveva già vissuto quest’esperienza (come me, purtroppo 2 volte), allora se ti assale il dubbio che sotto la boa ce ne sta un altro, non capisci più nulla……..24 Agosto 2010 alle 9:00 #194686MarcozPartecipante@Monser wrote:
Beh, allora ti puoi solo immaginare la pena che si prova nel prendere il corpo senza vita di un uomo a mare: ti assale (è difficile esprimersi su questo punto) un senso di inutilità (tua), di incapacità , ti fischiano le orecchie e la testa inizia a girarti. non riesci a pensare più a nulla, se non a quel contatto fisico (freddo) che non rispondeva ai tuoi stimoli.
Se il cannista aveva già vissuto quest’esperienza (come me, purtroppo 2 volte), allora se ti assale il dubbio che sotto la boa ce ne sta un altro, non capisci più nulla……..ho provato queste esperienze da altre parti, non è necessario vederle al mare per vivere tali sentimenti.
24 Agosto 2010 alle 9:09 #194687milangalloPartecipanteCredo che come in molte cose della vita anche in questo caso valga il noto motto “in medio stat virtus”.
Tu hai le tue colpe, lui è da apprezzare per quello che ha fatto prima, un pò meno per quello che ha fatto dopo.
Entrambi potevate fare di meglio, anche se il cannista merita cmq un plauso per il senso civico dimostrato.24 Agosto 2010 alle 10:29 #194688coccotutorPartecipante@milangallo wrote:
Credo che come in molte cose della vita anche in questo caso valga il noto motto “in medio stat virtus”.
Tu hai le tue colpe, lui è da apprezzare per quello che ha fatto prima, un pò meno per quello che ha fatto dopo.
Entrambi potevate fare di meglio, anche se il cannista merita cmq un plauso per il senso civico dimostrato.La differenza “sostanziale” è che gli insulti, anche a famigliari o personali, rivolti da uno sconosciuto ad uno sconosciuto NON POSSONO toccarti più di tanto. In fondo sono solo parole e, come stradetto, parole probabilmente controllate da un profondo senso di paura.
Ora, se proprio vogliamo dire che la colpa è al 50%, beh c’è da ammettere che il 50% delle parolacce è ben trascurabile quanto a gravità .
Non me la prenderò mai se uno sconosciuto mi dice figlio di p******…voglio dire, una volta che l’ha detto cosa è cambiato, mia madre cambia improvvisamente mestiere?
Ben diverso invece è l’altro 50%.. comunque è sempre una mia opinione^^24 Agosto 2010 alle 10:41 #194689MonserPartecipante@Marcoz wrote:
@Monser wrote:
Beh, allora ti puoi solo immaginare la pena che si prova nel prendere il corpo senza vita di un uomo a mare: ti assale (è difficile esprimersi su questo punto) un senso di inutilità (tua), di incapacità , ti fischiano le orecchie e la testa inizia a girarti. non riesci a pensare più a nulla, se non a quel contatto fisico (freddo) che non rispondeva ai tuoi stimoli.
Se il cannista aveva già vissuto quest’esperienza (come me, purtroppo 2 volte), allora se ti assale il dubbio che sotto la boa ce ne sta un altro, non capisci più nulla……..ho provato queste esperienze da altre parti, non è necessario vederle al mare per vivere tali sentimenti.
Perfetto, allora sai cosa qual cannista potrebbe aver vissuto.
Poi, quoto il messaggio di Coccotutor, le parolacce dette a persone sconosciute sono dette o per il puro gusto di offendere oppure per scaricare una tensione interna, con questo voglio dire che probabilmente il cannista ti ha detto quelle brutte parole non a te in quanto persona, ma si è solo sfogato della tensione accumulata, e tu eri quello “a tiro”. OK? Ora basta, però, ti prego. Chiudiamola qui. L’importante è:
1) Che tu sei vivo e vegeto e non avevi alcun problema;
2) Che anche il cannista è vivo e vegeto, visto che potevi reagire male;
3) Che ci sono ancora milioni di pesci in mare che aspettano solo di essere pescati…….24 Agosto 2010 alle 10:59 #194690milangalloPartecipante@coccotutor wrote:
@milangallo wrote:
Credo che come in molte cose della vita anche in questo caso valga il noto motto “in medio stat virtus”.
Tu hai le tue colpe, lui è da apprezzare per quello che ha fatto prima, un pò meno per quello che ha fatto dopo.
Entrambi potevate fare di meglio, anche se il cannista merita cmq un plauso per il senso civico dimostrato.La differenza “sostanziale” è che gli insulti, anche a famigliari o personali, rivolti da uno sconosciuto ad uno sconosciuto NON POSSONO toccarti più di tanto. In fondo sono solo parole e, come stradetto, parole probabilmente controllate da un profondo senso di paura.
Ora, se proprio vogliamo dire che la colpa è al 50%, beh c’è da ammettere che il 50% delle parolacce è ben trascurabile quanto a gravità .
Non me la prenderò mai se uno sconosciuto mi dice figlio di p******…voglio dire, una volta che l’ha detto cosa è cambiato, mia madre cambia improvvisamente mestiere?
Ben diverso invece è l’altro 50%.. comunque è sempre una mia opinione^^Può darsi che mi sia speigato male 🙁 . Io non ho fatto precise ripartizioni in percentuale di responsabilità , tipo 50% e 50%, ma ho solo detto che entrambi potevano comportarsi meglio, peraltro sottolineando che in ogni caso al cannista bisognava riconoscere il merito di aver avuto un senso civico che non tutti posseggono 😉 .
24 Agosto 2010 alle 20:39 #194691icaroMembrosi intendeva che entrambi avevano una parte di ragione e una parte di torto…. e nessuno dei due aveva più o meno ragione/torto dell’altro… tutto qui.
“CHI” di noi è ingrado di giudicare personalmente quella circostanza, non essendoci stato di persona per decretare le percentuali? qui si parla, si danno opinioni consigli suggerimenti per le prossime volte, ma tutto a spanne e non col calibro e con la ghigliottina pronta! 😉
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