PescaSubacquea.net › Forum › Attrezzature › Fucili Arbalete › Finalmente è arrivato… Proprietari dei MediJedi accorrete!
- Questo topic ha 9 risposte, 4 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 16 anni fa da
Urban.
-
AutorePost
-
11 Settembre 2009 alle 6:22 #145563
nicola
PartecipanteProva l’asta con i tre pernetti, le cose dovrebbero migliorare.
11 Settembre 2009 alle 6:40 #145564Lefa
PartecipanteMigliora la tecnica di caricamento.
Per l’asta, se le tacche sono hanno gli spigoli vivi ben smussati vai tranquillo col dyneema!
Qualora migliorando la tecnica non riesci ancora a caricare agevolmente, prova un asta a 3 perni come ti ha consigliato Nicola , frazioni lo sforzo in più segmenti.11 Settembre 2009 alle 7:56 #145565Urban
PartecipanteInnanzi tutto, grazie per le risposte.
Ho cercato un pò le tecniche di caricamento, ma non riesco a capacitarmi di come poter portarsi allo sterno quel fucile e arrivare a predere con le mani gli elastici… Fossi alto 2 metri avrei le braccia sufficientemente lunghe, ma con 1.65m dove vado 😯Per le tacche il mio problema è che il dyneema non entra completamente al suo interno, e basta una piccola componente di forza perpendicolare all’asta per far si che si scalzi! ❗
P.S.: Lefa poi com’è andata con la guaina? rotta allla prima uscita? 😆
11 Settembre 2009 alle 8:01 #145566Lefa
PartecipantePer caricarlo impugna nella destra la parte terminale dell’elastico, con la sinista, che avrai posizionato sul castello sopra l’impugnatura porta il fucile sull’addome.
E’ davvero difficle fare il contrario, ovvero posizionare il fucile e cercare di acchiappare gli elastici tpiegandosi come una piadinaGli archetti in dyneema dovrebbero calzare alla perfezione, è ancora tutto di serie?
La guaina non ho potuto testarla…..per ora 😉
11 Settembre 2009 alle 8:17 #145567Urban
PartecipanteBè effettivamente mi stiravo per cercare di prendere gli elastici una volta poggiato il fucile sugli addominali
COmunque sta di fatto che poggiando il fucile in quel modo e con l’angolazione stessa del fucile non riesco ad arrivare alla tacca (se non la prima volta che non ero stanco e comunque non si è agganciato il dyneema e mi è partito l’elastico).ho trovato questo
E’ piuttosto frequente quindi che un principiante esordisca con un 90 o un 100. Da un punto di vista dell’utilizzo, questi fucili presentano però alcune complicazioni da mettere, fin dall’inizio, sul piatto della bilancia. Il primo problema che si riscontra va necessariamente superato con successo, per garantire che la pescata possa fruttare il divertimento desiderato: occorre caricare il fucile.
Fino a che peschiamo con un 75 (o un fucile più corto) i problemi di caricamento sono quasi sempre superabili. Se si tratta di un arbalete, mantenendo il calcio appoggiato allo sterno riusciremo ad afferrare l’ogiva semplicemente allungando le braccia: con uno sforzo accettabile l’ogiva andrà nella prima tacca.
Se abbiamo acquisito un minimo di tecnica, se siamo particolarmente nerboruti o se le gomme in dotazione non sono troppo dure, riusciremo anche a portarlo alla seconda, ma in ogni caso avremo certamente la possibilità di condurre un’azione di pesca (cosa che con il fucile scarico è decisamente improbabile).
Analogamente, con un fucile ad aria compressa di lunghezza non superiore a 75 cm, il caricamento sarà piuttosto semplice: calcio del fucile sulla sommità della coscia (piegata a 90° rispetto al busto per costituire un efficace appoggio) carichino (o fiocina) impugnato sulla mano più forte ed innestato sull’asta, l’altra mano a trattenere la volata, un piccolo sforzo iniziale ed il caricamento sarà completato. Quando il fucile da caricare però è lungo la situazione si stravolge. La mia esperienza a riguardo è tragica. Ho sempre pescato con dei 70 ad aria, arrivando ad un 75, sempre ad aria, poco prima della maggiore età : era il fucile lungo, con cui si poteva sparare al libero! Poi tre o quattro anni più tardi gli amici mi regalarono un arbalete 100: era il fucile dei sogni, l’Apache del modello con cui Renzo Mazzarri aveva vinto i Mondiali.
Non sono un orco, ma non mi ritengo certamente gracilino, e non lo ero nemmeno allora.
Nella prima battuta di pesca con “il lungo†non sono stato in grado di caricarlo: mi sembrava di dover trainare un camion con la sola forza delle braccia.
Arrivavo a pochi centimetri dalla prima tacca, vibravo un po’, in seguito alla forte contrazione muscolare isometrica, e poi cedevo. A riva sconsolato ho cominciato a fare delle prove: sfortunatamente non avevo nessuno che fosse in grado di insegnarmi la tecnica di caricamento ed ho dovuto apprenderla a suon di frustate sulle dita e di strisciate del calcio sulla pancia e sul petto. Il risultato è che ho imparato prima a portarlo alla prima tacca (la seconda tacca rimaneva solo una illusione, una speranza) e poi, acquisita una maggiore dimestichezza sono diventato un fanatico delle gomme durissime, che per caricarle diventi cianotico!
Alcuni dei miei fucili (in primis il 79) montano gomme che sono esattamente al limite delle mie capacità fisiche di caricamento: alcuni giorni in cui sono un po’ stanco non sono in grado di portarli alla seconda tacca. Ma il risultato balistico è strepitoso e quindi ritengo accettabile lo sforzo.
Tornando al mio primo 100 la tecnica che ho “inventato†era la seguente: calcio appoggiato circa all’altezza dell’ombelico e punta del fucile rivolta verso l’alto (a formare un angolo acuto con il mio busto), afferravo l’ogiva con l’indice della mano destra applicando una prima trazione leggera. Grazie a questo primo gesto, la gomma di sinistra arriva a portata della mano sinistra con cui l’afferro, sfilo l’indice destro ed afferro anche la gomma destra. Finora nulla di strabiliante. Se da questa posizione si prova a caricare si scopre però che è impossibile! La direzione dello sforzo (una corsa quasi verticale, parallela al busto, delle mani verso la pancia) è tale per cui, in corrispondenza degli ultimi centimetri, tutti i muscoli coinvolti lavorano in condizioni particolarmente sfavorevoli: non si tratta di carenza di forza, ma di una sorta di punto morto nel quale non siamo in grado di sfruttarla. Il trucco è abbassare lentamente la punta del fucile fino a portarlo a formare un angolo poco inferiore ai 90° rispetto al busto. Adesso è possibile sfruttare i dorsali in trazione, come se stessimo lavorando ad un vogatore.
Non solo il fucile era carico alla prima tacca, non avevo nemmeno fatto fatica! Dalla prima alla seconda il concetto è il medesimo: il calcio va posizionato in alto, in modo da mantenere il fusto perpendicolare al busto. In questa configurazione sono sempre i dorsali (muscoli grandi e forti) a contribuire maggiormente allo sforzo. Un consiglio può essere quello di fare diverse prove: non sempre il centro dello sterno è la posizione migliore, ad esempio io mi trovo meglio tenendo il calcio leggermente più basso, poco sopra la bocca dello stomaco perché in questo modo mi è possibile abbassare la punta un po’ oltre i 90° rispetto al busto, permettendomi di tirare le gomme leggermente verso l’alto, direzione in cui faccio meno fatica. Bisogna però fare attenzione perché in questo modo è facile che il calcio possa scivolare sul petto, se non manteniamo la corretta posizione del busto, con il rischio di strappare la muta o di centrare il mento con l’impugnatura. Con questa tecnica ho caricato di tutto senza problemi, da un 130 doppia gomma (entrambe da 20 e particolarmente estreme) al mio 79 da guerra. Il vantaggio di acquisire la tecnica di caricamento in seguito ad errori ed esperienze dirette, è che ora eseguo le operazioni in maniera totalmente automatica, senza pensarci minimamente.da http://www.bluworld.com/postatecnica/caricareillungonew.html” onclick=”window.open(this.href);return false;
11 Settembre 2009 alle 8:40 #145568Lefa
PartecipanteE’ corretto ciò che scrive nel post, ma io più che consigliarti di fare un angolo di 90° con il busto ti suggerisco di cercare di tenere il fusto quanto più parallelo alle braccia riesci.
Per afferrare gli elastici hai capito che prima agisci sulle gomme e poi sposti il calcio in posizione, una volta portato il calcio sul diaframma (addome alto) carichi la prima, la seconda la carichi portando il calcio sullo sterno e cambiando la posizione delle mani.
Se il dyneema parte dalla tacca significa che non è ben ancorato, devi porre attenzione all’aggancio, so che sotto sforzo non vedi l’ora di mollare la gomma ma sà da fà .
Se ti è partito un po’ di volte la tacca potrebbe aver danneggiato l’archetto, controllalo bene.Comunque Urban, missà che hai bruciato le tappe prendendo un medi 😉
11 Settembre 2009 alle 9:00 #145569Urban
Partecipante@Lefa wrote:
E’ corretto ciò che scrive nel post, ma io più che consigliarti di fare un angolo di 90° con il busto ti suggerisco di cercare di tenere il fusto quanto più parallelo alle braccia riesci.
Per afferrare gli elastici hai capito che prima agisci sulle gomme e poi sposti il calcio in posizione, una volta portato il calcio sul diaframma (addome alto) carichi la prima, la seconda la carichi portando il calcio sullo sterno e cambiando la posizione delle mani.
Se il dyneema parte dalla tacca significa che non è ben ancorato, devi porre attenzione all’aggancio, so che sotto sforzo non vedi l’ora di mollare la gomma ma sà da fà .
Se ti è partito un po’ di volte la tacca potrebbe aver danneggiato l’archetto, controllalo bene.Allora, l’archetto l’ho controllato ed è tutto ok, anche perchè rilascio “lentamente” l’elastico quindi scappa ma senza scattare troppo, appena posso riprovo a caricarlo con la procedura che mi hai suggerito.
@Lefa wrote:
Comunque Urban, missà che hai bruciato le tappe prendendo un medi 😉
Questo lo sapevo quando l’ho comprato, sapevo che avrei incontrato difficoltà legate all’arbalete in se e non alla pesca in genere (col cyrano è un bel po che ci pesco), ma preferisco spendere una volta 300€ e non spendere prima 100, poi 200 e poi 300. Ritengo comunque che una persona che è abituata a caricare arbalete fino a 75, troverebbe lo stesso difficoltà nel caricare un 90, per il semplice fatto che non si può adottare la stessa metodologia di carico.
ora proverò a cambiare asta, e sono indeciso se prendere quella con i perni o le pinnette cosa mi consigli/ate?
Senza obra di dubbio la prenderò con il perno/pinnetta centrale, e se anche così dovrei trovare troppo ostico il cariamento, cambierò momentaneamente elastici, ma di questo ne parleremo quando sceglierò l’asta e la proverò! 😉11 Settembre 2009 alle 9:37 #145570spigolaro_1
PartecipanteLa soluzione te la indico con piacere .
E’ stato propio Giorgio Dapiran che mi ha acceso una piccola idea , anche se alcuni prima di me avevano inventato qualcosa di simile :
<!–m →http://www.pescasubacquea.net/wp-content/uploads/phpbb/1048_91839f4c1ac5d3520859fa670887460d.jpg<!–m →11 Settembre 2009 alle 12:34 #145571Urban
Partecipante@spigolaro_1 wrote:
La soluzione te la indico con piacere .
E’ stato propio Giorgio Dapiran che mi ha acceso una piccola idea , anche se alcuni prima di me avevano inventato qualcosa di simile :Praticamente la tua soluzione è un’alternativa alla pinnetta/perno intermedia/o… interessante.
Quasi quasi provo, ma ogni volta che carichi poi devi sganciare il sistema, quindi vanno staccati i moschettoni… mmh….
Da provare! 😈 -
AutorePost
- Devi essere connesso per rispondere a questo topic.