il problema è molto più ampio, am la strada dell’allevamento è una delle migliori da seguire, anche se ha i suoi contro nel senso che i pesci sono quasi tutti carnivori, e quindi devono esser sfamati con della farina di pesce, in questo modo in adriatico hanno estinto le sardine e a ruota tutto un altro ecosistema basato sui sui pesci che se ne cibano. Diciamo che lo sforzo di pesca deve diminuire, e poi si deve razionalizzare il consumo, per avere la minor quantita di rifiuto e quindi pesce ucciso inutilmente. in Giappone che è sempre un passo avanti in tutto purtroppo direi visto che rubano letteralmente il pesce da tutti i mari del mondo, hanno ripopolato una tipologia di pagello usando un sistema molto ingegnoso, allevamento in gabbie in una determinata zona, quando le dimensioni dei pesci sono sufficienti (per ridurre l’attacco a buona parte dei predatori giusto per ridurre la mortalità giovanile che è quella che seleziona la maggior parte delle specie) rilascio in mare. Vi chiederete e quindi? i pesci per il 60% rimangono in quella zona mentre gi altri si disperdono e vanno a ricostituire il numero naturale. Ma perchè una parte consistente dei pesci rimane in quella determinata area, Semplice quando erano piccoli dentro le loro gabbie prima di esser alimentati gli veniva fatto sentire un segnale sonoro, quindi i pagelli sono stati abituatu a legare il segnale col cibo. Ebbene una volta liberati, vengono ancora alimentati gradatamente in maniera sempre minore da delle boe ubicate in zona che prima della somministrazione emettono sempre lo stesso segnale, diavoli di giapponesi. Quindi si ottengono diverse cose, il ripopolamento anche in natura pesci, i pescatori che comunque continuano a lavorare, la qualità dei pesci è pari a quelli di mare. in più si riduce in maniera esponenziale l’uso di farine di pesce, in quanto da piccoli i pesci mangiano poco e una volta liberati sono costretti ad alimentarsi da soli, ma comunque rimangono in zona allettati da almeno un pasto gratis