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  • #241758
    fracchia
    Partecipante

    Volevo fare un post serio…

    Sono disgustato dalla giustizia italiana(ma non da oggi eh, da parecchio)…Si liberano mafiosi e si assolvono assassini per insufficenza di prove…Giustizia per Stefano!

    #241759
    fracchia
    Partecipante

    Tutti assolti, anche i medici.
    Questa la sentenza della corte d’Appello di Roma per la morte di Stefano Cucchi, il geometra romano arrestato il 15 ottobre 2009 per droga e deceduto una settimana dopo nell’ospedale Sandro Pertini. La formula adottata dal giudici è quella prevista dal secondo comma dell’articolo 530 “ovvero quando manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova che il fatto sussiste, che l’imputato lo ha commesso, che il fatto costituisce reato o che il reato è stato commesso da persona imputabile”. “È una sentenza assurda. Mio figlio è morto ancora una volta” ha detto la madre di Cucchi dopo la lettura della sentenza d’appello. La sorella Ilaria è scoppiata in lacrime.

    Gianni Tonelli, segretario generale del sindacato di polizia Sap, nell’esprimere “piena soddisfazione” per l’assoluzione in appello di tutti gli imputati. Non solo. Perché in una nota scrive: “In questo Paese bisogna finirla di scaricare sui servitori dello Stato le responsabilità dei singoli, di chi abusa di alcol e droghe, di chi vive al limite della legalità. Se uno ha disprezzo per la propria condizione di salute, se uno conduce una vita dissoluta, ne paga le conseguenze. Senza che siano altri, medici, infermieri o poliziotti in questo caso, ad essere puniti per colpe non proprie”.

    Il sindacalista rimarca inoltre “il nostro impegno e il nostro sforzo” per introdurre “in maniera sistematica e organica le videocamere e le garanzie funzionali, così da poter tutelare maggiormente i poliziotti, ma anche i cittadini, in tutte le situazioni”. E si augura “un immediato dietrofront del consiglio comunale di Roma che, su proposta di Sel, aveva addirittura approvato l’intitolazione di una piazza per Cucchi. Visto che il Campidoglio aveva negato la possibilità di una via per la Fallaci, ci auguriamo adesso una valutazione positiva per eroi veri, come Raciti. Attendiamo la risposta del sindaco Marino“.

    Il pg aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati. Il pg Mario Remus durante la requisitoria aveva chiesto di ribaltare la sentenza di primo grado, che aveva ritenuto responsabili solo i medici per omicidio colposo. Quindi aveva sollecitato la condanna a due anni dei tre agenti carcerari, a un anno i tre infermieri dell’ospedale Sandro Pertini, a tre anni per il primario della struttura ospedaliera Aldo Fierro, nonché a due anni ciascuno per i quattro medici Stefania Corbi, Silvia Di Carlo, Flaminia Bruno e Luigi De Marchis. Inoltre il pg ha sollecitato conferma della condanna a otto mesi che era stata inflitta al medico Rosita Caponetto per l’accusa di falso ideologico.

    Un processo difficile, un fascicolo enorme, contenente decine di consulenze, una maxi-perizia e le dichiarazioni di quasi 150 testimoni. Per i pm il geometra romano fu pestato nelle camere di sicurezza del tribunale capitolino, dove si trovava in attesa dell’udienza di convalida del suo arresto per droga. E in ospedale furono ignorate le sue richieste di avere farmaci e fu abbandonato e lasciato morire di fame e sete. In primo grado, i giudici arrivarono a una conclusione diversa da quella prospettata dalla pubblica accusa. Per la III Corte d’assise, infatti, in sostanza Cucchi non fu picchiato, ma morì in ospedale per malnutrizione e l’attività dei medici fu segnata da trascuratezza e sciatteria. Ecco perché decisero che gli unici colpevoli fossero i medici e mandarono assolti infermieri e agenti penitenziari. Subito dopo, si è registrato il maxi-risarcimento alla famiglia da parte dell’ospedale; e, a fine settembre è iniziato il processo d’appello. Per il procuratore generale il pestaggio ci fu, ma avvenne dopo e non prima l’udienza di convalida del suo arresto; per l’accusa tutti hanno avuto una responsabilità nella storia anche coloro che sono stati assolti. Le difese hanno chiesto l’assoluzione e la nullità della sentenza di primo grado che ha cambiato l’imputazione con la restituzione degli atti al pm per riformularla.

    Due agenti imputati: “Noi paragonati a nazisti, ma innocenti”. “Insieme con i miei colleghi sono stato accusato di barbarie, di aver bastonato Stefano Cucchi, di averlo picchiato. Paragonati a nazisti spietati, non auguro a nessuno di subire quello che abbiamo subito noi. Ma io, noi siamo innocenti” aveva detto Nicola Minichini, uno degli imputati. “Sono una persona onesta – ha detto Minichini, aiutandosi con un testo scritto – non ho fatto nulla, ho solo avuto la sventura di trovarmi quel giorno in quel posto. Di Cucchi ricordo solo di averlo visto dopo l’udienza di convalida, da quel momento che è entrato nella mia competenza prima provvedevano i carabinieri. Lo ricordo, molto magro, chiedeva medicine e io ho telefonato al medico del tribunale: il medico lo visitò e, quando gli domandò di quei segni sul viso, lui rispose che era caduto dalle scale. Poi, giunse la scorta, lo portarono a Regina Coeli e di lui più nessuna notizia. Tutti hanno espresso solidarietà alla famiglia Cucchi ma per noi nessuna parola solo un uragano di fango. Io provo rispetto per la famiglia Cucchi. Io sono innocente, ve la siete presa con la persona sbagliata”. Dichiarazioni spontanee anche da un altro degli imputati. “Ci siamo sentiti accusati di crimini mai commessi, nonostante una sentenza di assoluzione di primo grado – ha detto l’agente Antonio Domenici – Unica colpa è stata quella di esserci trovati in servizio quel giorno. È da quasi 30 anni che sono in servizio; tutti mi riconoscono come mite e diligente ma sono stato definito un delinquente, un picchiatore. Ribadisco la mia innocenza. Non ho fatto nulla, nessuna azione violenta nei confronti di Cucchi, non rientra nel mio carattere, nella mia indole. Io l’ho solo aiutato”.

    Il fermo la notte tra il 15 e il 16 ottobre e la morte 6 giorni dopo. Era la notte tra il 15 e il 16 ottobre del 2009 quando Stefano Cucchi, geometra romano di 31 anni, viene fermato dai carabinieri della stazione Appio Claudio all’ingresso del Parco degli Acquedotti, a Roma. Viene trovato con 29 grammi di hashish e portato nella stazione Appio Claudio, lì non c’è posto e viene trasferito a Tor Sapienza. Dorme nella camera di sicurezza della stazione. Intorno alle 4 del mattino il piantone chiama un’ambulanza perché Cucchi si sente male. Verrà dichiarato dai medici che rifiutava le cure e voleva tornare a dormire. La mattina dopo, il 16, si tiene l’udienza di convalida. Cucchi e il padre parlano alcuni minuti seduti su una panca. Il padre nota i lividi. Che cosa è successo? Viene spiegato che il fermato è caduto mentre era nella stazione dei carabinieri. Il giudice convalida e lo dichiara in stato di arresto. Il 31enne viene portato al carcere di Regina Coeli, viene visitato e portato al Fatebenefratelli. Gli riscontrano “tumefazioni e lividi”.

    Il giorno dopo gli vengono fatte le lastre: “lesioni alle vertebre L3 e coccigee”. A Cucchi viene consigliato il ricovero che però sarebbe stato rifiutato. Torna a Regina Coeli ma per una sola notte. Verrà immediatamente ricoverato e portato al braccio penitenziario dell’ospedale Sandro Pertini. Lì, secondo i medici che saranno ascoltati nel pomeriggio dal pm Vincenzo Barba, mantiene un comportamento poco collaborativo. I genitori tutti i giorni cercano di vederlo. Non è possibile, manca l’autorizzazione. Quando la ottengono è troppo tardi. I medici dichiarano che Cucchi rifiuta l’alimentazione. Rimane tutto il tempo con il lenzuolo sul viso, coperto. Non si fa vedere. Dopo sei giorni dal fermo muore. Le foto diramate dalla famiglia mostrano un corpo scheletrico e pieno di lividi.

    La famiglia Cucchi: “Meritiamo giustizia” – Sconvolta dalla pronuncia della sentenza, invece, è la famiglia della vittima che assicura: “Andremo avanti”. In lacrime in aula la sorella di Stefano Cucchi, Ilaria. “Nella sentenza di primo grado non si è detto che Stefano non è stato piccchiato, ma che la giustizia non era in grado di dire chi fosse stato tra gli agenti e i carabinieri – ha detto -. Ora, in appello, mi aspettavo un passo in avanti che non c’è stato. Da semplice cittadina mi chiedo cosa mi devo aspettare dalla giustizia“. Poi aggiunge: “Mio fratello è morto anche per colpa dei magistrati che non lo hanno guardato in faccia. Mio fratello – ha sottolineato – era un ragazzo come gli altri che ha commesso un errore e che, per questo, non doveva pagare con la vita. Io, mio fratello, la mia famiglia meritiamo giustizia”. Sbalordita anche la madre di Cucchi che parla di “sentenza assurda” e aggiunge: “Mio figlio è morto ancora una volta”. E l’avvocato della famiglia, Fabio Anselmo, ritiene la sentenza “il fallimento della giustizia italiana”.

    La mamma di Aldrovandi: “Sentenza incredibile” – “Allibita” anche Patrizia Moretti, mamma di Federico Aldrovandi, ucciso a Ferrara a settembre 2005. Un caso per il quale quattro poliziotti sono stati condannati in via definitiva per omicidio colposo. “E’ difficile trovare qualcosa da dire. Rimango allibita – prosegue -, è incredibile questa sentenza, è come se Stefano fosse morto senza che ci sia nessuna responsabilità”. Del resto, aggiunge Moretti “abbiamo visto tutti le foto, è chiaro che è morto per una causa”. “Sicuramente – conclude la madre di Aldrovandi – la famiglia richiederà degli approfondimenti”. Si dice invece “amareggiato e deluso” Giorgio Sandri, il papà di Gabriele, tifoso della Lazio ucciso da un agente della Polstrada l’11 novembre 2007 sull’A1 nei pressi di Arezzo. “Ci si sente abbandonati. Ci si porta dietro un lutto che non passerà mai. Viviamo in un Paese in cui basta chiedere scusa e si continua ad andare avanti, senza che nessuno paghi. Poi – aggiunge – penso al corpo piagato di Stefano: certi segni così evidenti non se li è fatti da solo. Eppure la giustizia non l’ha pensata così. Bisogna sempre sperare, ma come non sentirsi abbandonati”.

    Ferrero: “Lo Stato si autoassolve” – Parla invece di “vergogna senza precedenti” e sentenza di “autoassoluzione dello Stato” il leader del Prc, Paolo Ferrero. “Nel corso del procedimento, infatti, si è dimostrata in modo evidente l’esistenza di un sistema violento nei confronti dei detenuti e di un sistema sanitario quanto meno superficiale. E’ surreale che tutti sappiano cos’è successo a Stefano Cucchi, tutti sanno che è stato pestato a sangue e che non gli sono state somministrate le cure adeguate, ma nessuno paga. L’assoluzione di queste persone è autoassoluzione di uno Stato sempre più autoritario. E’ straziante, l’hanno ucciso per la terza volta. Siamo vicini a Ilaria e a tutta la famiglia Cucchi”. “Ingiustizia è fatta” anche per la presidente di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, Giorgia Meloni, che su Twitter scrive: “Caso Cucchi: 5 anni passati e 0 responsabili. Ingiustizia è fatta”.

    Sul fronte Pd, Walter Verini, capogruppo dem in commissione Giustizia – pur sottolineando che “le sentenze vanno rispettate, anche quando non contribuiscono a dare risposte alle domande sulle responsabilità che la terribile fine di un ragazzo porta con sé” – sottolinea che la pronuncia della Corte d’Appello “lascia l’amaro in bocca. In questo momento siamo vicini ai familiari e a tutti coloro che si sono sempre battuti per la verità e la giustizia sulla morte di Stefano. In questo caso i pesantissimi interrogativi sulla morte di Stefano rimangono tutti interi. Le risposte dovranno arrivare. È lo Stato che le deve esigere”.

    Gli imputati e il sindacato di polizia – Commenta la decisione dei giudici anche uno degli imputati, l’infermiere Giuseppe Flauto, già assolto in primo grado. “Sono veramente felice di questa sentenza, non solo per me, perché non avevo dubbi sulla mia innocenza, ma sono felice anche per i medici del Pertini che più volte durante il processo di primo grado si erano sentiti dire che non erano degni di vestire il camice”. Oltre al Sap, interviene anche il Sappe, sindacato autonomo polizia penitenziaria. La sentenza, dichiara il segretario generale Donato Capece, “ci dà ragione quando, in assoluta solitudine, sostenemmo che non si dovevano trarre affrettate conclusioni prima dei doverosi accertamenti giudiziari. Abbiamo avuto ragione nel confidare nella magistratura, perché la polizia penitenziaria non aveva e non ha nulla da nascondere – sottolinea Capece – Già nel dicembre 2009, la rigorosa inchiesta amministrativa disposta dall’allora capo del Dap Franco Ionta, sul decesso di Stefano Cucchi, escluse responsabilità da parte del personale di polizia penitenziaria, in particolare di quello che opera nelle celle detentive del palazzo di Giustizia a Roma“.

    #241760
    lorenzino82
    Partecipante

    @fracchia wrote:

    Volevo fare un post serio…

    Sono disgustato dalla giustizia italiana(ma non da oggi eh, da parecchio)…Si liberano mafiosi e si assolvono assassini per insufficenza di prove…Giustizia per Stefano!

    Stradaccordo con te 😉

    #241761
    fracchia
    Partecipante

    @lorenzino82 wrote:

    @fracchia wrote:

    Volevo fare un post serio…

    Sono disgustato dalla giustizia italiana(ma non da oggi eh, da parecchio)…Si liberano mafiosi e si assolvono assassini per insufficenza di prove…Giustizia per Stefano!

    Stradaccordo con te 😉

    Che merde guà, si so permessi pure de fa i diti medi, STEMMERDE!

    #241762
    fracchia
    Partecipante

    Per voi sabato è impossibile andare a pescare visto il maltempo?

    Volemo provà?

    #241763
    lorenzino82
    Partecipante

    Considerando le previsioni e tutto quello che sta piovendo, secondo me puoi dormì tranquillo sia sabato che domenica 😉

    #241764
    fracchia
    Partecipante

    @lorenzino82 wrote:

    Considerando le previsioni e tutto quello che sta piovendo, secondo me puoi dormì tranquillo sia sabato che domenica 😉

    🙁

    #241765
    fracchia
    Partecipante
    #241766
    ulissio
    Partecipante

    Domani è buono 😉 .
    http://www.pescasubacquea.net/wp-content/uploads/phpbb/2423_eb26a6be2db336c876d6f0c511508c60.jpg

    #241767
    Danilo82
    Partecipante

    Si lo avevo visto Gianlu’ mno male che ancora non ho riportato il gommone alla frasca sennò lo ritrovavo al castello di santa severa….fortunatamente sono andato martedì ma sono usciti solo un paio di saragotti allo stadio

    #241768
    zavorra
    Partecipante

    Che roba… Ieri un mio collega che voce a cv ci ha messo sette ore x tornare a casa

    Con tutto quel fango c’è ne vorrà parecchio di tempo per farsi una pescata decente

    Z

    #241769
    ulissio
    Partecipante

    E’ si ragazzi, purtroppo le condizioni sono pessime, speriamo di prendere “du pesci” prima di Natale 😐

    #241770
    Danilo82
    Partecipante

    Ragazzi ma che voi sappiate al castello di Palo è parco?

    #241771
    ulissio
    Partecipante

    @Danilo82 wrote:

    Ragazzi ma che voi sappiate al castello di Palo è parco?

    A me risulta nel LAZIO solo Le Secche di Tor Paterno.

    #241772
    Danilo82
    Partecipante

    @ulissio wrote:

    @Danilo82 wrote:

    Ragazzi ma che voi sappiate al castello di Palo è parco?

    A me risulta nel LAZIO solo Le Secche di Tor Paterno.

    Ok grazie Gianlu’

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