@bludive wrote:
@GIANNICLEMENTE wrote:
Sistema di arpione “a riporto” : si lima la filettatura interna ad un arpione lungo e si realizza un foro per far passare la sagola di recupero . L’arpione si incappuccia sulla punta dell’asta preventivamente scocciata con un pz di nastro isolante in modo che faccia presa . La sagola dell’arpione si ferma sul corpo dell’asta con un pz di nastro isolante non attorcigliato in modo che si stacchi alla trazione mentre l’aletta dell’asta o si stacca (meglio) o si ferma con il nastro . La sagola dell’arpione viene montata ad un mulinello attaccato ad una boa sub o al gommone , i primi 5 metri dovranno essere di cavetto d’acciaio per la cattura di pelagigci in zone critiche (scogli , colonne di piattaforme ecc.) mentre l’asta è regolarmente montata con la sua sagola al fucile . Dopo lo sparo si recupera l’asta che si sfila dall’arpione il quale resta conficcato nel pesce assicurato dalla sua sagola . Il sub risale possibilmente facendo sfilare la sagola dell’arpione nella mano per tenerla sotto controllo e recupera la preda in tranquillità e sicurezza . Nella peggiore delle ipotesi perde l’arpione e un pezzo di sagola se sarà costretto a tagliare .
Ciao
Un sistema molto simile veniva usato (e viene tuttora usato in alcune parti del mondo) dai pescatori bombolari. Gli consentiva di non rovinare l’asta e di non dover disarpionare le prede. Infatti portano in cintura una decina o più di questi arpioni, una volta catturato il pesce lo agganciano al loro portapesci che a seconda delle zone e delle profondità può essere la sagola di una boa in superficie o in cintura.
Tutto questo perché i tempi di permanenza subacquea con l’ARA sono molto ridotti e perché in certi posti le aste sono merce rara e costosa.
Anche da queste parti le aste sono merce non rara ma costosa .