PescaSubacquea.net › Forum › La community del pescatore subacqueo › Aula Magna › YOUTUBE un bene…o NO?
- Questo topic ha 56 risposte, 22 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 12 anni, 2 mesi fa da Maxxx.
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AutorePost
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13 Settembre 2012 alle 13:38 #279303SARDENTICE81Moderatore
@conan_2022 wrote:
@Fulvio57 wrote:
Ho forti dubbi che ciò basti, ma certamente male non fa. Riguardo a quanto detto poco sopra Da Conan, ritengo che quanto scritto da riviste specializzate va preso “Cum grano salis” ( ..e adesso Antonio -Milangallo del forum- mi bacchetta.. 😀 ) in quanto oggettivamente compromesse dalle logiche del mercato. Certo, consigliano attenzione e sicurezza, ma magnificano catture ( già evidenziate quali “costruite” fotograficamente da un articolo del quale ho già parlato..) e prestazioni che il popolino si sogna e che potrebbe portare alcuni sprovveduti a esagerare nelle proprie pescate.Queste persone dovrebbero essere sostenute sia da un corso di apnea ben diretto, che da amici con qualche muta usurata alle spalle…
Le riviste van prese per ciò che sono, cioè strumenti motivazionali… Son d’accordo sul fatto che le riviste siano diventate dei volantini A pagamento, ma non vanno comunque demonizzate. Rimango invece perplesso sulla reale utilità dei corsi di apnea per il pescasub e sull’ uso distorto degli insegnamenti! Inoltre non sono del tutto convinto che non abbiano una seppur piccola parte nell’eccesso di confidenza di alcuni nella pratica del’ apnea…
certo, infatti il corso di apnea può avere anche l’effetto che hai detto tu, cioè una falsa sensazione di sicurezza, mentre dovrebbe formarti e darti consapevolezza!
alcuni istruttori volutamente o meno gasano i propri allievi e questo è un male,
io ti posso dire che quando andavo a fare il corso sentivo solo cose che mi mettevano in allarme sui pericoli dell’apnea e l’unica cosa che mi è stata invogliata è la maggior prudenza13 Settembre 2012 alle 13:41 #279304UlioPartecipantelo ripeto e sono convito che i filmati non centrano assolutamente nulla.. anzi… avvicinano e motivano di piu appassionati e praticanti…
ad avvicinarsi a questo sport.. in un ottica piu prof.
piccole esperienze negative ad alcuni mancano.. e sono propio quei piccoli spaventi e scampati pericoli che ti formano..
parlo di apnee tirate fino a vomitare..
sagola pallone che si impiglia mentre risali.. cosi come la sagola dellasta che si attorciglia a una pinna… la pinna stessa che si incastra .. una mano bloccata da una pietra….o semplicemente trovarsi in acqua dopo una sbornia presa il giorno pirma della pescata….
queste per alcuni possono essere piccole esperienze… per altri esperienze mortali..
13 Settembre 2012 alle 13:45 #279305steve86Partecipante@conan_2022 wrote:
Le riviste van prese per ciò che sono, cioè strumenti motivazionali… Son d’accordo sul fatto che le riviste siano diventate dei volantini A pagamento, ma non vanno comunque demonizzate. Rimango invece perplesso sulla reale utilità dei corsi di apnea per il pescasub e sull’ uso distorto degli insegnamenti! Inoltre non sono del tutto convinto che non abbiano una seppur piccola parte nell’eccesso di confidenza di alcuni nella pratica del’ apnea…
No, le riviste non sono strumenti motivazionali ma semplici strumenti commerciali!! Chi ha i soldi si paga lo spazio e si fa pubblicità . Anche gli articoli “tecnici” la maggior parte delle volte hanno dietro un messaggio subliminale pubblicitario perchè citano come minimo gli atleti con determinati sponsor, se non addirittura determinati prodotti!
Sui corsi di apnea ti chiedo per semplice curiosità : ne hai mai fatto uno?
Io ho fatto sia il 1 che il 2 livello APnea Academy e lo spirito di questi corsi è: SICUREZZA ed ASCOLTARE IL PROPRIO CORPO. Queste sono le parole ridondanti che senti dire da qualsiasi istruttore ad ogni lezione, ad ogni allenamento, ad ogni uscita in mare, fino alla nausea!! E a furia di sentirle ti garantisco che cambiano completamente il tuo modo di approcciarti e di vivere il mare. Nessun istruttore ti dice: ora vai e arriva fino a 20-25-30 m! Oppure: ora fammi almeno 4 minuti di statica! Ti insegnano la tecnica corretta, la sicurezza ed il rilassamento e si limitano ad accompagnarti nel tuo percorso personale vigilando su ciò che fai, correggendoti ed eventualmente mettendoti dei freni se cerchi di fare il passo più lungo della gamba. Provare per credere. Se non erro sei di Sassari, dopo ti mando in MP 😉
Per questo io sarei dell’opinione che visto che in Italia si impongono mille autorizzazioni per tutto (e che nella maggior parte sono solo un pretesto per spillare soldi ai cittadini) trovo che un corso obbligatorio (almeno un’infarinatura generale) per tutti coloro che vanno in acqua con un fucile in mano sarebbe doveroso!! Un pò come il patentino per il ciclomotore.13 Settembre 2012 alle 13:48 #279306SARDENTICE81Moderatore@Ulio wrote:
lo ripeto e sono convito che i filmati non centrano assolutamente nulla.. anzi… avvicinano e motivano di piu appassionati e praticanti…
ad avvicinarsi a questo sport.. in un ottica piu prof.
piccole esperienze negative ad alcuni mancano.. e sono propio quei piccoli spaventi e scampati pericoli che ti formano..
parlo di apnee tirate fino a vomitare..
sagola pallone che si impiglia mentre risali.. cosi come la sagola dellasta che si attorciglia a una pinna… la pinna stessa che si incastra .. una mano bloccata da una pietra….o semplicemente trovarsi in acqua dopo una sbornia presa il giorno pirma della pescata….
queste per alcuni possono essere piccole esperienze… per altri esperienze mortali..
infatti sarebbe meglio non fare mai nessuna di queste esperienze, anche perchè in tutte c’è un alto rischio di lasciarci la vita 😯
però più o meno ho capito il tuo concetto e tu parli di quelle situazioni di potenziale pericolo che quando risali ti fanno venire i brividi solo a pensare a quanto potenzialmente hai rischiato in quella determinata situazione
13 Settembre 2012 alle 13:56 #279307UlioPartecipante@SARDENTICE81 wrote:
@Ulio wrote:
lo ripeto e sono convito che i filmati non centrano assolutamente nulla.. anzi… avvicinano e motivano di piu appassionati e praticanti…
ad avvicinarsi a questo sport.. in un ottica piu prof.
piccole esperienze negative ad alcuni mancano.. e sono propio quei piccoli spaventi e scampati pericoli che ti formano..
parlo di apnee tirate fino a vomitare..
sagola pallone che si impiglia mentre risali.. cosi come la sagola dellasta che si attorciglia a una pinna… la pinna stessa che si incastra .. una mano bloccata da una pietra….o semplicemente trovarsi in acqua dopo una sbornia presa il giorno pirma della pescata….
queste per alcuni possono essere piccole esperienze… per altri esperienze mortali..
infatti sarebbe meglio non fare mai nessuna di queste esperienze, anche perchè in tutte c’è un alto rischio di lasciarci la vita 😯
però più o meno ho capito il tuo concetto e tu parli di quelle situazioni di potenziale pericolo che quando risali ti fanno venire i brividi solo a pensare a quanto potenzialmente hai rischiato in quella determinata situazione
mauri apparte la sbornia e risali e vomiti.. che sono state le mie 2 esperienze di pesca piu terrificanti…
le altre le vivo quasi sempre.. e prima di sparare o infilare la mano “il flashback survival” mi appare sempre… pesino le barche ci passano sopra…
13 Settembre 2012 alle 14:23 #279308GUAZA lo iettatorePartecipanteNon voglio criticare youtube anzi, io critico chi fa quei video e prima di mostrare il pescione mostra l’orologio! per noi e facile non emularli perche abbiamo testa e un briciolo(nel mio caso) di esperienza….ma quelli che non hanno la nostra testa? a loro puo sembrare tutto facile…..
13 Settembre 2012 alle 14:33 #279309SARDENTICE81Moderatore@Epinephelus guaza wrote:
Non voglio criticare youtube anzi, io critico chi fa quei video e prima di mostrare il pescione mostra l’orologio! per noi e facile non emularli perche abbiamo testa e un briciolo(nel mio caso) di esperienza….ma quelli che non hanno la nostra testa? a loro puo sembrare tutto facile…..
ma neanche, anche vedere una prestazione apneistica ed una cattura di livello elevato è bello e non è giusto prendersela con loro, non facciamo come sempre che siamo l’unica categoria al mondo ad auto censurarci e auto bacchettarci
13 Settembre 2012 alle 14:51 #279310gennyPartecipanteio sono contento del mio scarso minuto in apnea a – 10 mt e non ho nessuna intenzione di sfondarmi i polmoni e i timpani per emulare questi grandi apneisti vanitosi… li ammiro ma mi fermo lì
13 Settembre 2012 alle 17:35 #279311conan_2022Partecipante@steve86 wrote:
@conan_2022 wrote:
Le riviste van prese per ciò che sono, cioè strumenti motivazionali… Son d’accordo sul fatto che le riviste siano diventate dei volantini A pagamento, ma non vanno comunque demonizzate. Rimango invece perplesso sulla reale utilità dei corsi di apnea per il pescasub e sull’ uso distorto degli insegnamenti! Inoltre non sono del tutto convinto che non abbiano una seppur piccola parte nell’eccesso di confidenza di alcuni nella pratica del’ apnea…
No, le riviste non sono strumenti motivazionali ma semplici strumenti commerciali!! Chi ha i soldi si paga lo spazio e si fa pubblicità . Anche gli articoli “tecnici” la maggior parte delle volte hanno dietro un messaggio subliminale pubblicitario perchè citano come minimo gli atleti con determinati sponsor, se non addirittura determinati prodotti!
Sui corsi di apnea ti chiedo per semplice curiosità : ne hai mai fatto uno?
Io ho fatto sia il 1 che il 2 livello APnea Academy e lo spirito di questi corsi è: SICUREZZA ed ASCOLTARE IL PROPRIO CORPO. Queste sono le parole ridondanti che senti dire da qualsiasi istruttore ad ogni lezione, ad ogni allenamento, ad ogni uscita in mare, fino alla nausea!! E a furia di sentirle ti garantisco che cambiano completamente il tuo modo di approcciarti e di vivere il mare. Nessun istruttore ti dice: ora vai e arriva fino a 20-25-30 m! Oppure: ora fammi almeno 4 minuti di statica! Ti insegnano la tecnica corretta, la sicurezza ed il rilassamento e si limitano ad accompagnarti nel tuo percorso personale vigilando su ciò che fai, correggendoti ed eventualmente mettendoti dei freni se cerchi di fare il passo più lungo della gamba. Provare per credere. Se non erro sei di Sassari, dopo ti mando in MP 😉
Per questo io sarei dell’opinione che visto che in Italia si impongono mille autorizzazioni per tutto (e che nella maggior parte sono solo un pretesto per spillare soldi ai cittadini) trovo che un corso obbligatorio (almeno un’infarinatura generale) per tutti coloro che vanno in acqua con un fucile in mano sarebbe doveroso!! Un pò come il patentino per il ciclomotore.Sono d’accordo in parte, perchè è verissimo che gli istruttori sono severissimi per quanto riguarda la sicurezza durante l’apnea ma è vero anche che essi affidano al corsista degli strumenti che poi utilizzerà da solo! L’esempio è quello del corso di maneggio delle armi, la prima regola è: L’arma è sempre carica! (anche se siamo sicurissimi che non vi sia il colpo in canna) per far si che questa venga trattata sempre con il massimo rispetto! Ma coì non è sempre! C’è sempre qualche idiota che ci gioca, esaltato, pensando di essere capace di chissache! Ora, tornando all’Apnea è vero che si insegnano tecniche di rilassamento, tecniche mentali? E’ vero che qualcuno scrive nei forum di apnea che è capace di “controllare” le contrazioni diaframmatiche per tre e passa minuti? e vi siete mai chiesti, parlo di noi estranei all’apnea pura come sia possibile che qualcuno riemerga in sincope o in samba dopo una statica? 😯 Per me è concettualmente impossibile, perchè la mia finalità non è quella di aumentare l’apnea tout court, ma di esercitare la miglior tecnica di caccia! in sostanza prendere un pesce! Io alla prima o seconda contrazione me la do a gambe e lascio che queste arrivino naturalmente, senza applicare tecniche di rilassamento che contribuiscano a modificare l’avvenimento naturale. chi l’ha detto che il mio obiettivo sia quello di arrivare a superare i due minuti o i venti metri? Ragazzi, con un minuto o un minuto e mezzo si possono insidiare pesci notevoli senza soffrire e con la necessaria lucidità !
Io sarei d’accordo invece ai corsi tenuti da PESCAPNEISTI, corsi in cui si insegni a pescare e non ad esercitare l’apnea fine a se stessa! IN sostanza, rimango perplesso davanti ai corsi degli apneisti puri perchè gli obiettivi sono diversi, troppo diversi!
13 Settembre 2012 alle 17:55 #279312GUAZA lo iettatorePartecipante@SARDENTICE81 wrote:
@Epinephelus guaza wrote:
Non voglio criticare youtube anzi, io critico chi fa quei video e prima di mostrare il pescione mostra l’orologio! per noi e facile non emularli perche abbiamo testa e un briciolo(nel mio caso) di esperienza….ma quelli che non hanno la nostra testa? a loro puo sembrare tutto facile…..
ma neanche, anche vedere una prestazione apneistica ed una cattura di livello elevato è bello e non è giusto prendersela con loro, non facciamo come sempre che siamo l’unica categoria al mondo ad auto censurarci e auto bacchettarci
no invece quando si sbaglia per me bisogna bacchettare….a me non me ne frega se pinco pallino fa un aspetto a 35mt da 3 min, mi interessa la preda.
ormai si fa il video solo per mostrare la bravura apneistica! e se uno non ha testa cerca di imitare e poi sbaglia!!13 Settembre 2012 alle 23:51 #279313steve86Partecipante@conan_2022 wrote:
Sono d’accordo in parte, perchè è verissimo che gli istruttori sono severissimi per quanto riguarda la sicurezza durante l’apnea ma è vero anche che essi affidano al corsista degli strumenti che poi utilizzerà da solo! L’esempio è quello del corso di maneggio delle armi, la prima regola è: L’arma è sempre carica! (anche se siamo sicurissimi che non vi sia il colpo in canna) per far si che questa venga trattata sempre con il massimo rispetto! Ma coì non è sempre! C’è sempre qualche idiota che ci gioca, esaltato, pensando di essere capace di chissache! Ora, tornando all’Apnea è vero che si insegnano tecniche di rilassamento, tecniche mentali? E’ vero che qualcuno scrive nei forum di apnea che è capace di “controllare” le contrazioni diaframmatiche per tre e passa minuti? e vi siete mai chiesti, parlo di noi estranei all’apnea pura come sia possibile che qualcuno riemerga in sincope o in samba dopo una statica? 😯 Per me è concettualmente impossibile, perchè la mia finalità non è quella di aumentare l’apnea tout court, ma di esercitare la miglior tecnica di caccia! in sostanza prendere un pesce! Io alla prima o seconda contrazione me la do a gambe e lascio che queste arrivino naturalmente, senza applicare tecniche di rilassamento che contribuiscano a modificare l’avvenimento naturale. chi l’ha detto che il mio obiettivo sia quello di arrivare a superare i due minuti o i venti metri? Ragazzi, con un minuto o un minuto e mezzo si possono insidiare pesci notevoli senza soffrire e con la necessaria lucidità !
Io sarei d’accordo invece ai corsi tenuti da PESCAPNEISTI, corsi in cui si insegni a pescare e non ad esercitare l’apnea fine a se stessa! IN sostanza, rimango perplesso davanti ai corsi degli apneisti puri perchè gli obiettivi sono diversi, troppo diversi!
Scusami ma è proprio qui che ti sbagli!!!
1) chi si fa la samba è perchè ha tirato troppo l’apnea (perchè era in gara e per quanto esperto questo fatto l’ha spinto troppo oltre, o perchè non sa ascoltare il suo corpo perchè inesperto) oppure perchè ha sbagliato la respirazione. Quest’ultimo aspetto incide tantissimo e respirare in maniera non corretta è la prima causa di incidenti in mare! Quindi attenzione al fai-da-te e ad arrangiarsi da autodidatta!!!
2) non è vero che gli istruttori di apnea affidano al corsista degli strumenti che poi utilizzerà da solo perchè se segui un corso ed apprendi tutti gli insegnamenti che esso prevede DEVI NECESSARIAMENTE imparare anche che in acqua non ci devi andare da solo. Poi è vero che spesso non è così quando si va a pesca, ma di certo se sei solo ti devi saper tenere entro certi limiti di sicurezza sia per i tempi che per le batimentriche!
3) la miglior tecnica di caccia passa prima di tutto attraverso la tua tranquillità , consapevolezza e capacità di stare in acqua, quindi l’apnea pura è propedeutica alla pesca in apnea e se non sai fare apnea come puoi applicarci le tecniche di caccia?
4) un PESCAPNEISTA (come dici tu 😀 ) ti insegna a pescare rivolgendo la tua attenzione sul pesce, e questo può farti perdere di vista le sensazioni che il tuo corpo ti manda e che solo con tanta esperienza e conoscenze anche teoriche oltre che pratiche sarai in grado di avvertire ed interpretare correttamente. E’ molto meglio invece imparare l’apnea pura ed automatizzare tutte le tecniche e gli aspetti che la compongono, così quando li avrai fatti tuoi e imparerai a padroneggiarli potrai inserire le lezioni di pesca vera e propria senza rischiare di perdere l’attenzione sulla sicurezza perchè ormai ti verrà tutto automatico. E’ come voler giocare ad hockey sul ghiaccio: meglio fare un corso di hockey o meglio prima imparare a pattinare?? 😉
14 Settembre 2012 alle 14:12 #279314conan_2022PartecipanteScusami ma è proprio qui che ti sbagli!!!
1) chi si fa la samba è perchè ha tirato troppo l’apnea (perchè era in gara e per quanto esperto questo fatto l’ha spinto troppo oltre, o perchè non sa ascoltare il suo corpo perchè inesperto) oppure perchè ha sbagliato la respirazione. Quest’ultimo aspetto incide tantissimo e respirare in maniera non corretta è la prima causa di incidenti in mare! Quindi attenzione al fai-da-te e ad arrangiarsi da autodidatta!!!
2) non è vero che gli istruttori di apnea affidano al corsista degli strumenti che poi utilizzerà da solo perchè se segui un corso ed apprendi tutti gli insegnamenti che esso prevede DEVI NECESSARIAMENTE imparare anche che in acqua non ci devi andare da solo. Poi è vero che spesso non è così quando si va a pesca, ma di certo se sei solo ti devi saper tenere entro certi limiti di sicurezza sia per i tempi che per le batimentriche!
3) la miglior tecnica di caccia passa prima di tutto attraverso la tua tranquillità , consapevolezza e capacità di stare in acqua, quindi l’apnea pura è propedeutica alla pesca in apnea e se non sai fare apnea come puoi applicarci le tecniche di caccia?
4) un PESCAPNEISTA (come dici tu 😀 ) ti insegna a pescare rivolgendo la tua attenzione sul pesce, e questo può farti perdere di vista le sensazioni che il tuo corpo ti manda e che solo con tanta esperienza e conoscenze anche teoriche oltre che pratiche sarai in grado di avvertire ed interpretare correttamente. E’ molto meglio invece imparare l’apnea pura ed automatizzare tutte le tecniche e gli aspetti che la compongono, così quando li avrai fatti tuoi e imparerai a padroneggiarli potrai inserire le lezioni di pesca vera e propria senza rischiare di perdere l’attenzione sulla sicurezza perchè ormai ti verrà tutto automatico. E’ come voler giocare ad hockey sul ghiaccio: meglio fare un corso di hockey o meglio prima imparare a pattinare?? 😉
Fermo restando che non voglio fare una crociata o convincere nessuno, in realtà permangono le mie perplessità e “ribatto” punto per punto 😀 :
1) A parte il fatto che gli incidenti son capitati anche a esperti come Maiorca, Mayol, Nitsch o Musimu etc… gare o non gare, il fatto stesso che qualcuno riesca con le varie tecniche imparate a tirare un apnea fino alla samba (e ripeto, parliamo di una dinamica) per me ha dello sbalorditivo! Penso che per “riuscirci” io dovrei soffrire le pene dell’inferno e così molti dei colleghi PESCAPNEISTI! Questo per dire che il meccanismo di controllo del proprio corpo qui viene sfruttato fino alle massime conseguenze finalizzato all’aumento del tempo di apnea e chi mi dice che lo stesso non verrà fatto (parliamo sempre dell’idiota) durante un aspetto?
2) Il fatto che qualcuno ti insegni che non devi mai entrare da solo si scontra con la purtroppo innata tendenza eremitica del PESCAPNEISTA che anche quando ha uno o più compagni tende inesorabilmente ad alienarsi e proseguire da solo verso le usuali batimetriche. Solo che il PESCAPNEISTA “naturale” tenderà a percorrere sentieri già battuti e conquistati con fatica nel tempo al solo scopo di pescare un pesce, l’apneista puro tenderà a conquistare ciò per il quale è stato “addestrato”, cioè il piacere della profondità e dell’apnea fine a se stessa! La forma mentis è fondamentale. E secondo me è un pò come mettere la testa sotto la sabbia sostenere che tutti e SEMPRE abbiano tenuto atteggiamenti di sicurezza durante le proprie uscite in mare, le cazzate sono all’ordine del giorno, solo che spesso ci va bene, ma se siamo qualche metro più fondi? magari a quelle quote che abbiamo raggiunto grazie al corso?
3) Le tecniche di caccia sono davvero tantissime e infinite sono le variabili di applicazione di ognuna! Penso però che aumento delle prestazioni e applicazione della tecnica vadano di pari passo! Nella mia vita di pescatore (ma penso in quella di tantissimi altri) ho ubbidito a poche regole per la sicurezza: A parte quelle di buonsenso, Immergersi in condizioni fisiche decenti, non iperventilare, risalire alla 3 o 4 contrazione diaframmatica, scendere il tanto che mi garantisca una risalita senza patemi e poco altro. Tutto il resto, cioè tecniche che pongano la prestazione apneistica al primo posto come obiettivo lasciando la pesca in secondo piano lo trovo potenzialmente pericolose! La compensazione, la capriola, i fondamentali insomma poi son venuti con il tempo e l’esperienza nel corso di anni di pesca; per quanto riguarda l’azione beh, non si finisce mai! 😀 😀 😀 Per questo dico che ben vengano i corsi, ma fatti da pescatori e non da apneisti puri e soprattutto mettiamoci bene in testa che per pescare con certe prestazioni occorrono ANNI e ANNI di pratica in mare e tantissima esperienza, non si può prendere nessuna scorciatoia….
14 Settembre 2012 alle 16:46 #279315osviPartecipanteDiscussione senza dubbio importante questa. Penso che tutti si abbia un po’ ragione essendo l’argomento complesso.
Io pesco da quarant’anni e passa (il mio primo “mollone” l’ho imbracciato a dodici anni circa) ed allora c’era poca informazione. Però già allora compravo numerosi libri e mi informavo sui rischi e sul comportamento ottimale da avere in mare. Non ho mai ricercato però la profondità perchè, allora come adesso, ascoltavo molto il mio corpo e la mia mente e sentivo che le belle sensazioni della pia tendevano a scomparire con l’aumento importante della profondità . Già allora capii che in mare si è fondamentalmente soli e che la prudenza non è mai troppa. Nei miei periodi migliori ho fatto alcune pescate tra 15 e 20 mt ma mai senza forzare alcunchè, sparando più che altro in caduta. La pesca in tana l’ho sempre evitata perchè infilarmi in stretti anfratti non mi piaceva e non mi piace. La maturità mi ha fatto poi capire che ci sono cose assai più importanti della profondità … allora mi sono messo ad osservare bene il comportamento dei pinnuti, a cercare di capire il perchè ed il percome di certi comportamenti e ciò mi è stato di grande aiuto e le catture sono aumentate in modo sensibile.
Cosa penso di Youtube? Penso che non si debba colpevolizzare nessuno ma che, certo, un po’ meno di spettacolarizzazione delle azioni di pesca sarebbe auspicabile. Purtroppo chi guarda i filamti non è solo gente esperta ma ci sono anche e soprattutto tanti giovani che possono tentare di emularne le gesta. Insomma, io ci andrei più cauto e/o quantomeno farei scorrere dei sottotitoli dove ci sia scritto a chiare lettere che si tratta di azioni svolte da grandi atleti superesperti, azioni potenzialmente rischiosissime per la maggioranza dei pia.
Anche sui corsi avrei da dire qualcosa: non metto in dubbio che gli istruttori mettano in primissimo piano la pericolosità di certi gesti ma il fatto è che spesso molti allievi, non appena finito il corso, passano dal pescare in pochi metri al pescare in 20/25 mt… e di questo ne ho abbondanti prove. Purtroppo ci passano senza aver accumulato anni e anni di pesca e di confidenza col mare, mancando quindi del necessario adattamento psicologico. Insomma, yuotube, come i corsi, sono solo strumenti di conoscenza ma il loro utilizzo poi non si sa se è quello corretto.
Vi racconto due episodi.
Anni fa chiesi ad un mio amico fotografo se mi avrebbe potuto seguire e scattare una lunga serie di foto che documentassero TUTTO ciò che era la PIA, dalla preparazione degli strumenti (fucili, elastici, aste, schienalini ecc ecc), passando per l’alzataccia del mattino, alla vestizione, a tutta la fase di un’intera pescata e terminando con l’uscita ed il ritorno a casa. Lui ha uno stile fotografico molto reportagistico che a me piace un sacco e sapevo di poter avere le immagini che desideravo. Si dimostrò entusiasta ma… doveva terminare ancora un corso di ARA perchè lui in apnea non ci sarebbe mai riuscito. La cosa mi sembrò subito un po’ forzata… gli spiegai che un corso, per quanto valido, non poteva sostituire l’esperienza di anni e anni per mare ma lui si dimostrò invece molto ottimista.
Bene, all’uscita in mare (con mare calmissimo) mi disse che mi avrebbe seguito senza ARA perchè l’attrezzatura non era pronta ma che si sarebbe limitato a scattare dalla superficie. Io acconsentii con qualche perplessità … le prime foto nel sottocosta mi sembrarono però già ottime, allora mi allargai un po’ (mica tanto, era un fondale di 10 mt) e feci qualche discesa ma, risalendo, non vidi più la sua sagoma in superficie… riemerso lo vidi nuotare a 20 mt da me un po’ scomposto, lo raggiunsi e mi sillabò poche frasi ma molto esplicative: aveva una sensazione di costrizione, la muta gli sembrava un cappio al collo, respirava a fatica, era in chiaro stato di panico… Lo accompagnai di fretta sulla scoglio, tutto finì bene ma non potei non pensare a chi caxxo gli aveva dato un brevetto di ARA senza nemmeno aver capito che a lui mancavano i fondamentali.L’altro racconto riguarda me. Due anni fa facemmo, con due amici toscani, un’ultima pescata prima della loro partenza. Brutta giornata, maestralata coi fiocchi. Andammo in una cala prima di capo sperone (S.Antioco). Premetto che io non amo il mare molto mosso e non amo il torbido eccessivo. Nella piccola baia l’acqua era torbida ma ferma e lla profondità bassissima. Non vidi un pesce e mi spinsi oltre il capo, laddove il maestrale gonfiava il mare… Pescai (provai a pescare) con quella forte corrente ed un’onda importante, sotto tutto era torbido. Feci alcuni aspetti e agguati e nel frattempo mi spinsi ancor più fuori dal ridosso… ad un certo punto mi resi conto che la situazione mi comnciava a pesare, avvertii anche un po’ di nausea. In un attimo realizzai che avrei dovuto tornare indietro velocemente ma non feci i conti con le condizioni del mare… una volta avvicinatomi al capo, per via di un basso fondo, guadagnavo un metro e ne facevo 5 indietro, la nausea aumentava ed anche l’ansia; mi resi conto che non avrei mai scapolato il capo se non allargandomi dove il fondo era più profondo. La mia unica scelta era di allargarmi, pur sapendo che la corrente, sfinito com’ero, mi avrebbe potuto trascinare chissà dove… mi feci coraggio e, pinneggiando furiosamente, riuscii a doppiare la punta ed a rientrare faticosamente a ridosso del moto ondoso. La nausea era alle stelle e l’ansia pure, anche quei trecento mt da compiere in tranquillità mi parvero un incubo… allora cercai di non pensare ma mi misi a riflettere su tante cose. Era un periodo difficile della vita, con diversi contrattempi che mi avevano distolto in parte dalla mia passionaccia, vivevo una situazione angosciante a terra e me la portai anche in mare. Pensai che forse era arrivato il momento di abbandonare l’attività : ero oltre i cinquant’anni, avevo responsabilità di marito e padre e, non bastasse, non mi stavo divertendo. L’incubo terminò solo dopo essere uscito dall’acqua, sfinito e molto ma molto perplesso e con tanta paura per quello che mi sarebbe potuto capitare.
Quell’esperienza non l’ho più dimenticata, mi ha insegnato ancor più a conoscere i miei limiti e le mie attitudini. La PIA non l’ho abbandonata ma ora per me l’unica cosa importante veramente è ascoltare il mio corpo, percepire se ci sono belle sensazioni e capire se ciò che faccio mi diverte lasciandomi sereno. Il pesce? La profondità ? Tutte scemenze, io vado a pesca perchè, in primis, amo il mare alla follia, perchè ha sempre fatto parte del mio essere e perchè mi rilassa e diverte. Se questo viene meno non mi importa più un accidente… non amo il torbidone ed è un limite? E chi se ne frega… non vado giù a 20 mt e non ho apnee di 2 minuti? E chi se ne frega… i marosi forti e la corrente forte mi mettono in ansia? Pazienza, torno indietro e pesco nei ridossi…
Ecco, a 53 anni posso dire di sentirmi davvero maturo nel mio rapportarmi col mare, gioisco per dei saraghi o cefali o altro pesce bianco e rinuncio volentieri a cernioni, ricciole e dentici; non sono così importanti per me; ora, finalmente, lo so e so anche che questo “basso profilo” che ho deciso di adottare mi permetterà di andare ancora per mare per diversi anni, a Dio piacendo.Tutto ciò ( e concludo) per dire che il mare va vissuto per gradi, che l’esperienza si fa pian pianino senza saltare gradini, che bisogna sempre ascoltare le sensazioni del nostro corpo e che bisogna saper rinunciare a ciò che non rientra nelle nostre attitudini. La PIA è un’attività bellissima e si può praticare con soddisfazione a tutti i livelli; s ene può e deve godere ma non deve MAI diventare una ossessionante ricerca del “pesce grosso” o della “profondità “… nessun pesce vale l’amore di chi ci ama ed aspetta a casa, teniamolo sempre bene a mente quando siamo nel nostro mare.
Osvi
14 Settembre 2012 alle 16:56 #279316Fulvio57Partecipante…Null’altro da aggiungere. 😉
14 Settembre 2012 alle 19:33 #279317gianlucaxyzPartecipanteChapeau.
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